Ceresole Reale - rifugio Chivasso - cresta Punta Violetta (Parco Gran Paradiso) 24 e 25 Aprile 2016
aereisentieri
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Alle 10e40 parcheggiamo la macchina a Chiapili di Sopra (1770m), gruppetto di baite lungo la strada che sale al colle del Nivolet (2612m). Oltre l'abitato una stanga impedisce alle auto (ancora per qualche settimana) di proseguire. Inizia qui questa escursione di due giorni nell'alta val Locana (o dell'Orco), al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta, versante sud del Parco Nazionale del Gran Paradiso. A Chiapili però si è parcheggiato momentaneamente anche l'elicottero del 118, mentre ci prepariamo decolla e torna dopo breve con uno scialpinista, illeso. Veniamo a sapere più su, da un'altro scialpinista proveniente dal vallone del Carro, che uno è scivolato dalla traccia ed è precipitato nel torrente sottostante. Il resto lo scopriremo tornando a casa da un articolo di cronaca.
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Le tracce dei due giorni. La prima sale da Chiapili al rifugio Chivasso, la seconda sale verso la punta Violetta ma non ne raggiunge la cima, poi riscende al rifugio e a Chiapili. La prima volta che siamo saliti al rifugio Chivasso è stato il 5 gennaio 2010, partendo dal rifugio Muzio, tra Chiapili e Ceresole Reale, cliccate QUI
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Di nuovo, in giallo la salita: 9,2 chilometri / + 1000 metri.
In rosso, la prosecuzione e la discesa: 14 chilometri / + 560 metri e - 1400 metri.
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Ci incamminiamo lungo la strada asfaltata per il colle, le ciaspole rimarranno attaccate allo zaino fino a circa 2100 metri. Ultima volta qui in valle nell'ottobre scorso, passammo anche da Chiapili scendendo dal rifugio Jervis, clicca QUI
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A una ventina di minuti da Chiapili si dirama a sinistra il vallone del Carro, qui è avvenuto l'incidente. La cima del Carro, con i suoi 3326 metri è una classica meta di scialpinisti
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la giornata sarebbe anche piuttosto bella ma purtroppo c'è parecchio vento proveniente dalla cresta di confine, porta con se una notevole quantità di neve
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più saliamo e più la situazione peggiora
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dopo una serie di tornantini sbuchiamo sull'alpe Renarda, in prossimità della diga del Serrù. A monte del lago c'è il piccolo rifugio pian della Ballotta, incustodito, punto di partenza per altre salite con gli sci, tra cui Galisia e cima della Vacca.
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Quel che ci resta da percorrere verso il colle del Nivolet
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la diga del lago Agnel e un pezzo di lago già sgelato
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ci siamo quasi. Quando c'è la neve non si può seguire la strada proprio fino al passo, l'ultimo traverso è piuttosto pericoloso, ci sono un paio di alternative: o seguire la mulattiera che scavalca prima del passo (se è già fuori dalla neve il primo pezzo), altrimenti salire un canalino di una quindicina di metri che si trova appena dopo l'ultimo tornante.
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Gli ultimi 50 metri finalmente non c'è più il vento.... che fortuna..... Ci facciamo una foto, sullo sfondo in primo piano il rifugio e oltre il piano del Nivolet che scende verso Pont in Valsavarenche.
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sullo sfondo il monte Tout Blanc (o Taou Blanc), da noi salito nel luglio del 2010, clicca QUI
In basso il RIFUGIO CHIVASSO (2604m)
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Insieme a noi arrivano 3 francesi che stanno facendo un tour di più giorni, accompagnati da una guida. Il rifugista ci accoglie tutti. Ci sono altri due francesi che sono andati a fare un giretto, non deve arrivare nessun altro.
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l'interno del rifugio
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Secondo giorno, l'idea più bella era di salire la Punta Basei (3338m), ma verso la cresta di confine è tutto avvolto da nebbia e vento e neve ecc. Non si vede un fico secco.
Allora noi puntiamo dalla parte opposta, verso la più bassa punta Violetta, più libera dalle nebbie
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la dentellata cresta della "roccia del Nivolet" (2762m)
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Scendiamo verso l'albergo Savoia e proseguiamo oltre per due o trecentometri, poi saliamo a destra su un crinale verso la costa di Mentà
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E questo è il rifugio/albergo Savoia, aperto solo in estate, il SITO
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In vista della punta Violetta. Noi però ci fermeremo lungo la cresta, sferzata da un vento tremendo e gelido, la temperatura si aggira attorno ai -15
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Dal fondo valle arriva un folto gruppo (una trentina) di scialpinisti facenti parte di un corso del SuCai di Torino
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Lungo l'ampia cresta (per ora) verso la Violetta. C'è troppo vento per proseguire e comunque la cresta si fa troppo complicata... a guardare da qui. A sinistra le cimette che fanno da contorno al rifugio Vittorio Emanuele, noi per ora ne abbiamo salite un paio: Gran Paradiso e Tresenta
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Uno scialpinista ci scatta una foto....
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Verso nord la Grivola con i suoi satelliti, noi ci siamo accontentati della Rossa
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Torniamo al rifugio e dopo aver mangiato i nostri panini e raccolto le nostre cose torniamo a valle, nella foto lungo la mulattiera
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Di nuovo nella bufera, fa decisamente freddo! Grazie a questo però scendiamo senza ciaspole, la neve ci sostiene per bene
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Alle 15e30 raggiungiamo le baite di Chiapili dove è parcheggiata la macchina.