Predazzo - anello tra le Dolomiti 9-13 Agosto 2023
1 Seconda breve vacanzina in bici agostana, questa volta mi sono spostato verso est. Nella foto la pista ciclabile della val di Fiemme, appena partito da Predazzo verso le 14e30., nella foto si nota bene la devastazione dei boschi, prima grazie a Vaia e poi al bostrico.
2 L'anello percorso, ogni traccia colorata è un giorno di viaggio. La lunghezza totale del giro è di 365 chilometri, con un dislivello positivo di 8470 metri. Partenza e arrivo sono a Predazzo, ho creato un percorso che toccasse località, passi e vallate dove non sono mai stato, se non altro in bici, così sono transitato per il passo Fedaia, per l'altopiano di Pralongià in alta val Badia, poi per fare il giro delle vedrette di Ries, da Brunico sono scondifato in Austria attraverso la strada sterrata del passo di Gola, ho disceso la stupenda alta Defereggental nel parco degli Alti Tauri, poi sono tornato in Italia scavallando il passo Stalle, giù per la valle di Anterselva, su fino all'altopiano di Prato Piazza e giù verso Cortina. Da Cortina salitona verso la forcella Ambrizzola, discesa al passo di Staulanza e poi ad Alleghe passando per il col dei Baldi, tratto di collegamento fino a Falcade, poi su al passo San Pellegrino e poi al passo Lusia, infine discesa verso Predazzo.
3 In questa immagine invece ho caricato le tracce dei percorsi fatti in questa zona dolomitica, in rosso la traccia di questa estate, in giallo quella dell'anno scorso, clicca QUI , in violetto si vede un tratto del percorso tra casa e Trieste fatto nel 2016, clicca QUI , non sarà tanto semplice inventarsi percorsi che tocchino nuove località... almeno nella zona più centrale delle dolomiti....
4 Prima e ultima tappa sono le più corte, entrambe poco meno di 50 chilometri, in entrambe ho pedalato meno tempo in realtà, nella prima.... dopo aver raggiunto Predazzo in auto ho iniziato a pedalare circa alle 14e30. Comunque, la prima tappa (in violetto) misura 49,8 chilometri con un dislivello positivo di 1110 metri, metà dolcemente spalmati tra Predazzo e Canazei, il resto lungo la ripida salita verso il passo Fedaia.
5 Lasciata l'auto in un piccolo e tranquillo parcheggio nei pressi del centro sportivo, lungo la ciclabile ho raggiunto il centro di Predazzo, parecchi turisti in giro, daltronde la val di Fiemme è una località molto rinnomata. Proseguo lungo la ciclabile che corre sempre vicina al corso dell'Avisio, fiume che a Predazzo si unisce al Travignolo proveniente dal lago di Paneveggio
6 una dozzina di chilometri e raggiungo Moena, un tripudio di geranei, mucchi di paglia, casette degli gnomi e simili. Preferisco in paeselli delle alpi piemontesi, un pò più sgarrupati ma meno finti
7 tra Moena e Pozza di Fassa (a Moena inizia la val di Fassa), a sinistra una sfilata di vette, dai Mugoni al Catinaccio d'Antermoia, le Torri del Vajolet (che però non si vedono)
8 Pozza di Fassa, a destra (direzione Canazei) si possono ammirare cima Undici e sasso delle Dodici, entrambe intorno ai 2500 metri
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10 da Mazzin si comincia a vedere in fondo alla valle il gruppo del Sella, si può notare anche un punto scuro in cima al sas de Pordoi (2950m), l'arrivo della funivia che parte dall'omonimo passo
11 sopra Campitello di Fassa torreggiano le pareti del gruppo Sasso Lungo e Sasso Piatto, l'anno scorso ho iniziato a pedalare qui per infilarmi subito nella bella e sterrata val Duron.... e scollinare attraverso l'omonimo passo verso l'alpe di Siusi, clicca QUI
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13 alle 16e50 inizio la "scalata" del passo Fedaia, 13 chilometri di salita con 615 metri di dislivello, pendenza media intorno al 5%, con punte del 12% e lunghi tratti all'otto/nove per cento, comunque meno dura della salita dal versante opposto, quello che sale da Caprile
14 Dalla località Alba di Canazei, alle mie spalle il col Rodella e dietro le cime di sasso Piatto e Lungo
15 salendo verso il passo....alla mia destra
16 la diga del lago Fedaia, sopra la Marmolada con i suoi ghiacciaietti in fin di vita
17 mi copro e scatto una foto con il cartello del passo Fedaia, c'erano 12 gradi e non è stata molto piacevole la discesa verso Malga Ciapela
18 il lago Fedaia, sullo sfondo, oltre la controdiga si affaccia la Civetta
19 al termine del lago, dove inizia la discesa entro in Veneto
20 la ripida discesa verso Malga Ciapela mi fa gelare gambe e mani..... e anche cuocere i freni
21 prima notte al campeggio Marmolada Malga Ciapela, 1450 metri di quota. Mentre mangio al baretto del campeggio arriva la prima pioggia
22 Seconda tappa, lunghezza 99,8 km con 1940 metri di dislivello positivo Partenza in discesa fino a Rocca Pietore, poi inizio la risalita della valle del Cordevole verso Arabba, in località Renaz devio su una stradina secondaria che passato Cherz diventa sterrata, salgo verso il rifugio La Viza e poi verso l'altopiano di Pralongià. Da Pralongià entro in Alto Adige e passando per altri rifugi scendo a La Villa, in val Badia. Discendo tutta la valle fino a Brunico dove mi infilo nella valle di Tures, quasi in piano fino a Campo Tures, li inizia un salitone al 17% che mi porta a Riva di Tures, dove mi accampo.
23 il versante sud/est della Marmolada visto da Malga Ciapela, in basso un pò in ombra si può vedere la partenza (triangolo grigio) della funivia che in tre tronconi (si vede l'arrivo del primo in alto contro il cielo) porta ai 3300 metri di punta Rocca. A Malga Ciapela, parecchi anni fa avevamo terminato un trekking a piedi di più giorni, partito da Cavalese, clicca QUI . La mia giornata parte in discesa fino a Rocca Pietore, purtroppo la strada che volevo fare, i Serrai di Sottoguda , che inizia proprio qui a Malga Ciapela, non è ancora percorribile dopo la tempesta Vaia, stanno ultimando i lavori di sitemazione e a quanto pare verrà pronta per il 2024.
24 parte dei Serrai visti dal ponte sulla strada, si notano i lavori in corso
25 terminata la discesa sotto Rocca Pietore, invece di scendere verso Caprile e Alleghe, inizio a risalire la valle del torrente Cordevole verso Arabba, in basso nella foto la strada percorsa e il paesino di Sopracordevole, in alto la sagoma scura del monte Civetta, la parete più larga delle alpi, più di 4 chilometri. Anche in questa foto si apprezzano le vaste radure create dove sono stati portati via gli alberi abbattuti da Vaia e le grandi "macchie" di bosco marrone, le piante uccise dal bostrico
26 una valletta alla mia sinistra mentre salgo verso Arabba, in alto spunta ancora qualche cima della Marmolada
27 il paesino di Livinallongo del Col di Lana (1450 m) e sullo sfondo il gruppo del Sella con la cima del piz Boè tra le nubi
28 giunto alla località Renaz, di fronte alla Latteria di Livinallongo, prendo una ripida stradina a destra che sale verso Cherz, traffico zero, anche perchè dopo quel paesino la strada diventa sterrata e vietata al traffico.
29 passato Cherz, proseguo verso il rifugio La Viza e poi verso l'altopiano di Pralongià. Il mio obiettivo è andare in val Badia e scendere a Brunico, avrei potuto fare più semplicemante continuare verso Arabba, poi Corvara e scendere a La Villa, invece con questa sterrata raggiungo una zona molto panoramica (e molto invasa dagli impianti di risalita) per poi scendere comunque a La Villa lungo strade forestali
30 Contrin (1700m)
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32 mentre salgo si apre il panorama in tutte le direzioni, nella foto verso nord/ovest, il gruppo Puez - Odle con il Sassongher che svetta
33 Verso ovest il massiccio del Sella, mentre arranco su una sterrata al 20% verso Pralongià
34 verso Nord/est, salendo verso destra si arriva al passo di Valparola .... mi manca
35 e questa è la chiesetta in cima al Pralongià (2109m)
36 peccato che a pochi metri ci sia questo....
37 verso sud/ovest ancora la Marmolada
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39 perfettamente a est il gruppo delle Tofane tra cui si riconosce la "tondeggiante" Tofana di Rozes (3225m), alla sua destra il Lagazuoi, ci ho dormito entrambe le volte che ho percorso l'Alta Via 1 delle Dolomiti, albe e tramonti spettacolari, clicca QUI
40 intanto pedalo sulle belle strade bianche sulla dorsale tra decine di seggiovie che costellano i pascoli, direzione La Villa in alta val Badia
41 la discesa verso La Villa
42 Giunto a La Villa seguo la ciclabile lungo il torrente Gran Ega
43 A nord di S.Martino in Badia, scendendo la valle verso Brunico, non c'è quasi più nulla lungo la strada, solo piccoli insediamenti nella stretta valle devastata da Vaia
44 Verso le 15 raggiungo Brunico, faccio un giretto velocissimo nel centro, ma mi pare uguale a Bressanone o Vipiteno
45 ... e uguale anche ad una cittadina austriaca.... non sembra di stare in Italia....
46 ancora a nord, terminata la ciclovia che portava a Brunico, già si trovano le indicazioni, tra le altre, per quella che risale la valle Aurina (nella foto). Vallata larga e praticamente pianeggiante fino a Campo Tures, 15 chilometri e solo 60 metri di dislivello positivo
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48 Da Campo Tures si dipartono tre vallate, quella che si vede in mezzo alla foto è la valle di Selva dei Molini e sale verso Lappago a ovest, verso nord e poi nord/est punta la lunghissima valle che porta a Predoi, il comune più a nord d'Italia, verso est invece c'è la val di Riva che giunge appunto a Riva di Tures, 7,5 chilometri di Campo Tures ma 610 metri più in alto, la mia meta per il secondo giorno.
49 che gioia, dopo quasi 90 chilometri trovarsi a fare gli ultimi 10 con pendenze tra il 10 e il 17%
50 Fortuna che almeno non va quasi nessuno a Riva di Tures, in 45 minuti saranno passate 10 macchine
51 gli ultimi 2 chilometri sono di nuovo in piano nella verdissima valle
52 Riva di Tures, 1450 metri di quota, masi sparsi su ripidi pascoli e qualche albergo. Alloinizio del piccolo paese il sentro per lo sci di fondo e l'area sosta camper. Avevo letto di servizi e docce, ma quando arrivo alle 17e50 una tizia che fa le pulizie mi avvisa che le docce sono chiuse, e comunque alle 18 chiudono anche i bagni. Peccato, niente doccia.
53 Mi vesto un pò, che fa freschino, poi appendo i teli della tenda ad asciugare un pò (oggi mi sono scordato di farlo nella pausa pranzo) al centro sci di fondo (tanto qui non tocca niente nessuno) e poi vado a mangiare in bici a circa un chilometro e mezzo, non sono solito pubblicizzare locali e tanto meno farne "recensioni", ma in questo posticino ho mangiato benissimo (sarà stata anche la tremenda fame) spendendo il giusto e mi è proprio piaciuto, cliccate QUI . Poi sono tornato indietro, nessuno aveva toccato i teli della tenda, così l'ho montata proprio li, nascosto dalla strada.
54 Prima di partire da casa, guardando le previsioni meteo avevo modificato all'ultimo il percorso in modo da trovare bel tempo quando avrei affrontato il giro delle vedrette di Ries con il Klammljock (passo di Gola).... e così è stato.... dopo due giornate un pò grigie, oggi c'è un bel cielo sereno!!
55 Terza tappa, da Riva di Tures a Fiames, passando per il Klammljock , la Defereggental , il passo Stalle e la valle di Anterselva, un tratto di ciclabile in Pusteria e poi su fino a Prato Piazza, infine discesa fino a Fiames, alle porte di Cortina. Lunghezza 108 chilometri con 2380 metri di dislivello positivo.
56 Si parte subito in salita, tra rade case e alberghetti mi dirigo verso la Knuttental, colazione nell'unico locale aperto alle 7 del mattino e si va. Ci sono 12 gradi.
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58 termina l'asfalto e inizia la strada bianca, sono nel parco naturale delle Vedrette di Ries
59 la salita non è molto impegnativa... non vedo l'ora di arrivare al sole perchè all'ombra mi si gela il sudore!
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61 cambio di direzione, lassù tra due montagne di circa 2900 metri, c'è il Klammljock, o passo di Gola (2294m), al confine con l'Austria
62 la vallata appena risalita, questi nella foto sono gli unici altri ciclisti visti su questo versante (elettrici chiaramente) .... è però anche vero che sono solo le 9e15 e sono quasi al passo
63 appena prima del passo, sul versante italiano, il lago di Gola (Klammlsee)
64 ed eccomi al passo di Gola!
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66 qui entro in Austria nel parco degli Alti Tauri, nella Affental.... una diramazione della Defereggental
67 la baita laggiù è la Affentalalm, peccato siano solo le 9e40, altrimenti mi mangiavo un bel piatto di kaiserschmarren Le montagnotte qui intorno sono tutte oltre i 3000 metri
68 Dal passo inizio a scendere per 15 chilometri, di cui 10 su strada bianca.
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70 Jagdhausalm, 2000 metri
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73 Seebachalm 1900m
74 Discesa finita, ora devo salire per 8 chilometri con un dislivello di 470 metri, all'arrivo il passo Stalle, attraverso cui rientrerò in Italia
75 i primi 4 chilometri sono duretti, 300 metri di dislivello si guadagnano li, poi i restanti 4 chilometri, altri 170 metri D+ ma in ambiente davvero bello
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77 appena prima del passo, c'è l'Obersee (2000m), sullo sfondo in alto le montagne che vedevo stamattina alla partenza da Riva di Tures, ma dal versante opposta, il Collalto (Hochgall) è la montagna più alta delle Vedrette di Ries
78 panoramica "150 gradi" al passo Stalle. Giunto al passo scopro una cosa.... il versante italiano della salita, visto che la strada è molto stretta, è a senso unico alternato fino al lago di Anterselva! Si parte ogni 45 minuti, per quello vedete la fila di macchine incolonnate....
79 in attesa di scendere.....
80 Ed ecco il lago di Anterselva, 1642 m
81 dopo essermi fermato a mangiare un piattone di Kaiserschmarrn (prima di spostarmi più a sud e rischiare di non trovarlo più) mi godo il discesone fino ad Anterselva di Sotto, poi si va via più in piano tra grandi prati, sempre lungo ciclabili dal traffico nullo. Peccato il caldo appena si scende un pò di quota....
82 alle mie spalle sempre le imponenti vedrette di Ries
83 A Valdaora esco dalla valle di Anterselva e mi immetto nella ciclabile della val Pusteria, un pò noiosa se ti abitui a ben altri paesaggi, circa 13 chilometri e poi la abbandono per entrare nella valle di Braies, non per andare al laghetto tanto famoso nel mondo, ma per salire verso Prato Piazza
84 Al lago di Braies sono stato due volte.... anzi tre... due volte perchè da li parte l'Alta Via 1 delle Dolomiti e una volta il 30 dicembre per una passeggiata sotto una leggera nevicata, clicca QUI , nella parallela valle di Braies Vecchia, quella che appunto sale a Prato Piazza, abbiamo fatto due giretti nel periodo invernale, uno al monte Specie e uno al monte Giovo Piccolo . Nella foto a sinistra il picco di Vallandro e a destra la Croda Rossa d'Ampezzo, in mezzo l'altopiano di Prato Piazza
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86 località Ponticello (1500m) , da qui i mezzi a motore pagano un pedaggio per salire verso Prato Piazza, e da qui partono anche i bus navetta, io proseguo gratis, 6 chilometri e 540 metri di dislivello mi separano da Prato Piazza
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89 Prato Piazza (2000m) a sinistra il primo (o secondo) "rifugio"..... qui termina l'asfalto e inizia la strada bianca che mi porterà fino a Carbonin
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91 in alto a sinistra il Forte Vallandro, a pochi metri dall'omonimo rifugio, questo è il punto più alto di Prato Piazza, ora inizio la discesa su ghiaia, lunga poco meno di 7 chilometri, perderò 500 metri di quota
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93 in basso la località Carbonin (1440m), lungo la strada che collega Cortina con Dobbiaco
94 i Cadini di Misurina, si nota anche il piccolo ago alla Forcella del Nevaio dove siamo saliti il 31 dicembre del 2015
95 alle 19, un pò stanco, arrivo al camping Olimpia a Fiames, pochi chilometri prima di Cortina .... dove mi ero fermato anche l'anno scorso dopo essere sceso dal rifugio Fanes.
96 Quarta Tappa, da Fiames a Falcade, solo 57 chilometri con solo 1750 mertri di dislivello positivo, però una salitona mortale, la forcella Ambrizzola
97 partito da 5 minuti, sono nella periferia di Cortina e già vedo il punto più alto della giornata, la forcella Ambrizzola
98 dopo aver fatto colazione in centro a Cortina mi sposto tra prati verso le frazioni Campo di Sopra e poi Campo di Sotto per andare a prendere la salitona verso malga Federa. Alla mia destra il gruppo delle Tofane con quella di Rozes a sinistra
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100 ci siamo, qui inizia la salita più tremenda di tutto il giro, i primi 6 chilometri su asfalto (+700m) poi un chilometro e sette di strada mista.... a tratti cementata a tratti ghiaia grossa e pietre (+200m) con pendenza altalenante, dal falsopiano alle rampe impossibili dove bisogna scendere e spingere
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102 l'arrivo a malga Federa (1816m), sullo sfondo a sinistra la Croda Rossa d'Ampezzo e a destra il gruppo del Cristallo
103 Malga Federa
104 verso il rifugio Croda da Lago
105 alle 10e30 sono al rifugio Croda da Lago (2046m), il peggio è passato
106 il lago Fedèra, appena dietro il rifugio Croda da Lago
107 dal rifugio parte questo sentierone che punta dritto dritto alla forcella Ambrizzola, abbastanza pedalabile, tranne i tratti con ghiaia troppo grossa o quelli con grosse pietre.
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109 Forcella Ambrizzola, 2277 metri. Non è proprio proprio il posto ideale per le bici a parer mio, tantopiù se non sono mtb, ma comunque sono arrivato su abbastanza bene. Certamente sarà peggio il primo tratto di discesa
110 la salita in realtà non è finita alla forcella Ambrizzola, prosegue verso la forcella di col Duro (2302m), per lo più spingendo la bici.
111 dalla forcella del Col Duro, verso sud compare un gigante, il monte Pelmo (3172m) In basso si vede la bella strada bianca lungo cui arriverò al rifugio Città di Fiume, ma prima c'è da portare la bici a mano per un quarto d'ora
112 il tratto tra la forcella di col Duro e la malga non è pedalabile, la bici va portata a mano tra grosse pietre lungo sentierini ripidi
113 in basso il rifugio Città di Fiume dove mi sono fermato a mangiare, sopra sempre il Pelmo. Di qui sono già passato a piedi nelle due volte che ho percorso l'Alta Via 1 delle Dolomiti, ma non me lo ricordavo così enorme..... molto bello anche l'altro versante, ci sono stato solo in inverno con le ciaspole, clicca QUI
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115 dal rifugio in breve sono sceso sulla strada asfaltata che da Selva di Cadore sale alla forcella di Staulanza, la raggiungo e inizio la discesa verso la val Zoldana, al primo tornante torno sullo sterrato in direzione Col dei Baldi.
116 in primo piano la casera Vescovà (1700m), alle mie spalle mentre salgo verso Col Fioret
117 in basso la località Pian di Pezze, raggiungibile in auto o con gli impianti di risalita da Alleghe, si nota nel fondovalle il lago di Alleghe. Dal col Fioret (appena sotto il più noto rifugio col dei Baldi), scendo per strade forestali, in alcuni punti molto ripide, al pian di Pezze e poi su asfalto fino ad Alleghe.
118 Scendendo verso Alleghe, in alto la grande parete ovest della Civetta (3220m)
119 proprio come l'anno scorso, da Alleghe scendo fino a Cencenighe Agordino per poi iniziare la salita verso Falcade. L'anno scorso giunto a Falcade ho proseguito fino al passo Valles, sono sceso un pezzo oltre per andare ad infilarmi nella val Venegia, sotto le Pale di San Martino. quest'anno invece mi sono fermato a dormire in campeggio a Falcade, perciò avendo meno fretta ho percorso un sentiero parallelo alla strada e al torrente Biois fino a Canale d'Agordo. Oltre non era possibile perciò ho ripreso la trafficata strada asfaltata
120 Canale d'Agordo
121 le montagne a nord di Falcade, oltre ci sono Malga Ciapela e la Marmolada
122 tra quegli alberi c'è il grazioso camping eden dove ho passato la notte, lassù in alto invece le cime di Focobon (3054m)
123 Quinta e ultima tappa, lunghezza 50 chilometri con un dislivello positivo di 1290 metri. Per tornare all'auto a Predazzo ho scavalcato il passo San Pellegrino e poi quello di Lusia, sarebbe stato più corto e diretto transitare per il passo Valles, ma l'ho già fatto l'anno scorso, mentre gli altri due sono nuovi.
124 Ultimo giorno, parto con più calma verso le 7e45 dopo aver fatto colazione in campeggio.... ho addirittura aspettato un quarto d'ore che aprisse il bar! Tanto la tappa è corta, non ho fretta. Una nuova foto al gruppo dei Focobon, questa volta con il sole
125 i tipici tabià
126 mi lascio alle spalle Falcade, in alto a destra il profilo della Civetta e .... appena sotto a sinistra quello del Pelmo più lontano
127 sono solo 6 chilometri dal bivio con il passo Valles, ma la pendenza è davvero notevole verso il San Pellegrino!
128 circa 4 chilometri dopo il bivio, quando la pendenza diminuisce e si cominciano a vedere le cime che fanno da corona a sud della Marmolada, lascio la strada per il passo san Pellegrino e ne prendo una (che poi diventa sterrata) che punta direttamente al rifugio Fuciade
129 in basso il laghetto Degli Zingari, poco prima della deviazione per il Fuciade, in alto ancora le cime di Focobon con a sinistra più lontano, l'altopiano delle Pale di San Martino
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131 la conca di Fuciade, una delle "cartoline" delle Dolomiti
132 a destra il rifugio Fuciade a circa 1980 metri di quota, di qui siamo passati a piedi arrivando dalla val Venegia e dal passo Valles, per proseguire poi al passo di Valfredda e scendere a Malga Ciapela, clicca QUI e guarda dalla foto 45
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134 dalla conca di Fuciade, una strada bianca in leggera discesa (e piena di gente) porta dritti dritti al passo San Pellegrino.
135 giù dal passo verso Moena e dopo 5,5 chilometri, in località "Fango" torno sullo sterrato in salita verso il rifugio La Rezila
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137 la valle di San Pellegrino vista dalla strada forestale verso il rifugio Rezila, in basso si vede la strada che a sinistra scende a Moena e a destra sale al San Pellegrino
138 anche questa salita è stata davvero tosta , soprattutto il tratto tra il rifugio Rezila e quello nella foto al passo di Lusia (2056m). Qui mangio, che sono le 12e40
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140 stupenda la strada in leggera discesa che dal passo Lusia traversa in quota verso Cianvere per poi scendere a Paneveggio, davanti il gruppo delle Pale di San Martino con a destra la "pinna di squalo" del Cimon della Pala (3184m)
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142 la sterrata termina sulla statale nei pressi di Paneveggio, tra colossali cataste di tronchi, e ora non mi resta che scendere fino a Predazzo
143 il lago di Paneveggio.
144 Ultimo scatto, alle 14e40 chiudo l'anello di nuovo a Predazzo (1000m), con 33 gradi.