Questa volta siamo in Piemonte, in valle dell'Orco per la precisione, quella che funge da confine meridionale al parco del Gran Paradiso. Da casa prendiamo l'autostrada per Torino, poi svoltiamo per Aosta e giunti a Ivrea lasciamo l'autostrada, seguire i cartelli che indicano "parco del Gran Paradiso", si passa per Castellamonte, Cuorgnè, Pont Canavese, entrati nella valle si passa Locana e giunti a Casetti - Rosone si svolta a destra, indicazione per il lago di Teleccio e rifugio Pontese. Inizia una bella salita, su strada anche piuttosto stretta, comunque sempre asfaltata, fino ai 1880 metri della diga del lago Teleccio. Parecchia possibilità di parcheggio. Siamo venuti quassù per salire la Becca di Gay (3621m), una bella montagna posta sullo spartiacque tra la piemontese valle dell'Orco e la valdostana Valnontey, ottimo punto panoramico su tutta la zona del Gran Paradiso. Nella foto Eli e Bore (ogni tanto c'è anche lui) intenti a preparare lo zaino.
La diga di Teleccio, sopra la testata della valle, o almeno... la parte che la nebbia lascia vedere. Qui non ci sono molte mete per le nostre possibilità, quasi tutte le cime possono essere raggiunte solo lungo vie di roccia, anche difficili.
la nostra meta, di domani, con le nuvolette in alto a sinistra non si vede, rimane circa a destra del becco della Tribolazione, ma piccolina in secondo piano. Oggi per sfruttare la giornata saliremo al colle dei Becchi (2990m), tra il becco della Tribolazione e il monte Blanc Giuir (3222m)
in rosso la prima gita, dalla diga al rifugio Pontese, poi al colle dei Becchi, ritorno al Pontese. Lunghezza 9,5 chilometri, dislivello posititvo 1130 metri, negativo 816 metri. In alto al centro la meta di domani, la becca di Gay
salendo al rifugio Pontese
Ecco il bel rifugio Pontese, 2200 metri di quota, in alto ho segnato la cima che saliremo domani. Lasciamo al rifugio un pò di roba che non ci serve e proseguiamo verso il colle dei Becchi.
il verde piano delle Muande, alle spalle del rifugio. Lo percorreremo domani, oggi invece svoltiamo a sinistra e dopo aver attraversato il torrente su un ponticello in legno, saliamo verso l'evoidente colle dei Becchi
immagine scattata a circa 2600 metri, tra le nebbie si intravede l'imponentel becco della Tribolazione
ormai ci siamo
Al colle dei Becchi, 2990 metri
Una zoommata sul Gran Paradiso, Granpa per gli amici, QUI le foto della salita invernale
A sinistra del Granpa, la Tresenta (foto salita) e ancora più a sinistra il Ciarforon
vista dal colle dei Becchi verso ovest, in basso l'alta valle di Noaschetta con il bivacco Ivrea, sopra le cime tra i denti di Broglio e il Grampa
al colle dei Becchi accade la disgrazia..... Bore estrae dal suo zaino un pile, dimenticandosi che ci aveva avvolto una bella lattina da mezzo litro di birra, (per tenerla fresca) un pò la caduta su una pietra aguzza, un pò l'alta pressione interna.... con un botto la lattina si squarcia e la fresca birra che Bore sognava da ore finisce tra le rocce del colle. Segue una litania di esclamazioni che non posso certo ripetere.
Si torna verso il rifugio, fa già caldissimo e non vorremmo proprio sprofondare più del dovuto nei nevai
Mentre noi scendiamo, la nebbia è salita e ora avvolge tutta la zona sopra e sotto il rifugio
ci fermiamo per più di un'ora ad oziare in riva ad un laghetto, intanto le cime intorno a noi compaiono e scompaiono tra le nebbie
fauna del laghetto
i prati fioriti del piano della Muande
a destra il rifugio, oltre solo nebbia
passiamo la notte al rifugio, per quel poco di notte che abbiamo dormito....sveglia alle 3e45. Questa è la traccia del secondo giro, dal rifugio attraversiamo il piano delle Muande fino alle bastionate rocciose al suo fondo, si sale poi nel vallone che scende a sud del Monte Nero, tenendosi prima a destra del torrente (salendo) fino ad un ripiano, poi sulla morena alla sinistra del torrente, sempre seguendo dei piccoli ometti di sassi. Raggiunto un grande ripiano si procede verso nord/ovest fino a imboccare il canale che conduce al colle a 3337 metri. Dal colle si sale in diagonale fino alle roccette sotto la cima, ultimo ostacolo per raggiungerla. Discesa fino alla macchina, lunghezza 12,5 chilometri, dislivelli: +1570 e - 1890 metri.
la diga del Teleccio vista dal rifugio, ore 4e35
Facciamo colazione da soli, chi va a fare le vie su roccia parte un pò più tardi, chi va a fare qualche giretto nei dintorni... ancora più tardi. Ci ncamminiamo con la luce delle pile frontali. Il cielo è un pò più nuvoloso del previsto....
ore 5 e 40, il rifugio è già lontano, procediamo cercando gli ometti nella boca luce del mattino
lungo la ripida morena
sbuchiamo su di un'ampio vallone, dove dovrebbe esserci la base del ghiacciaio di Roccia Viva, qui ci ramponiamo e puntiamo verso nord/ovest, verso il canale
a sinistra il canale, 250 metri circa di salita fino al colletto (3337m)
all'inizio del canale, la pendenza è di circa 40 gradi, la guida dice 45 gradi verso la fine del canale
dietro di noi stanno salendo altre quattro persone, la prima è ben visibile in basso nel canale
Usciamo dal canale, oltre si apre il panorama verso il vallone di Noaschetta
Ore 9:00. Dal colle si vede tutta la parte terminale della salita, un traversone in diagonale verso la cresta con le roccette che in breve conducono sulla calotta nevosa della cima, sembra di essere arrivati.... ma mancano ancora 280 metri di dislivello.
a sinistra il colletto su cui siamo sbucati, in basso il primo degli inseguitori
salendo oltre il colle mi accorgo che da qui si vede il tetto giallo del rifugio Pontese
sul ripido pendio finale dove si alternano roccette e neve
ultimi quindici ...venti metri
Eccoci in vetta alla becca di Gay (3621m), a destra il Gran Paradiso coperto dalle nuvole con sotto il ghiacciaio della Tribolazione
Panorama, verso nord il lungo solco della Valnontey con in fondo il paese di Cogne, nel cerchiolino in basso il bivacco Borghi (2778m), a sinistra la Gran Serra (3552m, futura meta), poi la Punta Rossa della Grivola e a destra tra le nubi il monte Emilius
peccato davvero per le nubi che rovinano la vista, verso est la vicina Roccia Viva e la più lontana torre del Gran San Pietro
Verso sud, ecco che arriva in vetta anche il quarto degli inseguitori, sulla destra si vede piccolo piccolo il lago Teleccio, poco più a sinistra il rifugio nel prato verde.
E' venuta l'ora di tornare a valle, prima che la neve diventi troppo molle e ci inghiotta tutti!
giù verso il colletto
giù dal canale, la neve è diventata granita e si riesce a scendere comodamente faccia a valle senza pericolo di scivolare
fuori dalla neve inizia il calvario nelle pietraie, nella foto un raro momento in cui calpestiamo l'erba
l'infinita pietraia, da qui con qualche ciuffo di erba in più, che scende al piano delle Muande. Sopra l'arcigno becco di Valsoera, percorso da diverse vie di roccia
lassù il canale disceso poco fà, la cima della becca di Gay però non si vede, è dietro e più a destra
Al rifugio, birra per festeggiare la nuova "conquista" e poi un pò di relax. Intanto torna la nebbia, molto frequente su queste montagne vicine alla pianura piemontese
verso il lago, adesso sembra quasi autunno!
Tra i rododendri verso la diga. Finalmente abbiamo visto questa vallata di cui avevo tanto sentito parlare, davvero bella, peccato non ci siano molte salite alla nostra partata, comunque si potrebbe tornare per fare un grande giro ad anello tra questa e la valle di Noasca, oppure con la vicina val Soana....altro posto da vedere....