Pont - rifugio Vittorio Emanuele - Gran Paradiso (4061m) 7 e 8 Aprile 2012
aereisentieri
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Ci siamo, era da un pò di tempo che volevamo salire il Gran Paradiso (4061m) in invernale, così in compagnia di Alberto ( lui userà gli sci) raggiungiamo in fondo alla val Savarenche la località Pont (1960m). Purtroppo o per fortuna c'è stato un deciso calo della temperatura nei giorni scorsi e appena scendiamo dalla macchina ce ne accorgiamo. (foto di Alberto)
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Pronti a partire
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Più o meno in mezzo, si dovrebbe vedere la Grivola (3969m), ma ci sono troppe nuvole....chi è salito oggi al Gran Paradiso non deve essere stato molto fortunato...
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Iniziamo a camminare lungo una stradetta coperta di neve ghiacciata, Alberto mette subito gli sci, ma dopo un breve tratto....
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Nel cerchio rosso Pont, in alto a sinistra dovrebbe essere la cima di Entrelor (3357m)
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Ormai si vedono alcune famose vette che circondano il Gran Paradiso, da sinistra: il Ciarforon (3642m), la becca di Monciair (3544m) e la cima di Breuil (3454m)
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Poco prima delle 13 arriviamo al rifugio Vittorio Emanuele (2775m). Tantissima gente in giro, chi è solo salito qui, chi parte per un giretto pomeridiano, chi mangia qualche cosa prima di riscendere a Pont, chi arriva dal Gran Paradiso. Questi ultimi raccontano di un vento incredibile e della pessima visibilità per colpa delle nuvole.
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decine e decine di sci, pochissime ciaspole.
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Dopo aver mangiato i nostri panini sulle panche esterne del rifugio, al sole, lasciamo nella nostra cameretta la roba che non ci serve e partiamo per un giretto pomeridiano, destinazione il colle di Moncorvè (3294m), tra il Ciarforon e la Tresenta. (nella foto non si vede, è più a sinistra)
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Io e Eli che saliamo verso il colle di Moncorvè (davanti a noi la Tresenta , 3609m). La traccia nella prima parte è ben battuta e si potrebbe camminare anche senza ciaspole.
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lungo gli ampi pendii che salgono al colle di Moncorvè. Man mano che ci avviciniamo il vento aumenta, dalle creste e dal colle si alzano grandi quantità di neve, dubito che potremmo fermarci a oziare!
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Il roccioso versante nord/est del Ciarforon spazzato dalle raffiche di vento.
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Eli al colle di Moncorvè (3294m), il vento ci soffia in faccia i granelli di neve gelata, non c'è riparo.
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Oltre il colle, verso sud est, non si vede quasi nulla a causa della neve alzata dal vento. Sotto di noi è Piemonte, il piccolo ghiacciaio di Ciamosseretto e più in basso ancora la valle dell'Orco.
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Arriva anche Alberto, rimasto indietro a fare qualche foto.
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Ci mettiamo il piumino e tutto quello che abbiamo per proteggerci dal vento in faccia, poi giù più in fretta possibile!!! (foto di Alberto)
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(foto di Alberto)
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La particolare calotta sommitale di ghiaccio del Ciarforon, spazzata dal vento
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Autoscatto al Vittorio Emanuele, a destra il solito Ciarforon.
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Ore 18e30, nell'attesa della cena tiro fuori il 200 mm e faccio un paio di foto con la luce più radente e calda. Il Ciarforon (3642m)
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La becca di Monciair (3544m)
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Dopo cena usciamo ancora ad ammirare il panorama con gli ultimi raggi di sole sulle vette.
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Ultima foto, poi ci infiliamo in camera a sistemare lo zaino per domani, il grande giorno. Sveglia alle 4e40.
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Notturno dalla finestrella della camera.
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Ore 6e40, dopo un'ora che saliamo faccio la prima foto, c'è ancora la luna in cielo. Fortunatamente il vento è cessato durante la notte e non c'è una nuvola, condizioni perfette.
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Ore 7e15, il sole illumina le vette più a ovest, noi continuiamo a salire all'ombra del Gran Paradiso.
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Verso ovest compaiono il Monte Bianco, il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses
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Verso nord il gran Nomenon e la Grivola
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Su un ripido traverso ci fermiamo per togliere le ciaspole e mettere i ramponi. La traccia degli sci è troppo stretta per le nostre ciaspole e la neve non regge, continuiamo a sfondarla e scivolare verso valle. Brutta notizia, è ripartito il vento, freddissimo.
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il cambio , ciaspole - ramponi. Io metto via la macchina fotografica, troppo vento , si riempie di neve. (foto di Alberto)
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Io e Eli. (foto di Alberto). Notare il nevischio alzato dal vento forte. Io, notoriamente ho delle mani che si raffreddano subito, ogni 2 minuti mi devo fermare per sfregarle un pò, ma non sono l'unico, parecchi scialpinisti si fermano e fanno roteare le braccia per mandare un pò di sangue alle mani. Continuiamo a sprofondare nella neve, una volta 10, una volta 20 centimetri , facciamo davvero tanta fatica.
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Fin quando abbiamo tenuto le ciaspole andavamo come gli scialpinisti, poi hanno cominciato a sorpassarci. Io e Eli siamo gli unici senza sci, un motivo ci sarà! (foto di Alberto)
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Alle 11 raggiungiamo il "deposito sci" sotto la cima. Siamo sfiniti e congelati. Noi come tanti altri ci fermiamo qui, indossiamo tutto quello che c'è nello zaino e mangiamo del cioccolato duro come un sasso per il freddo. Alberto che è arrivato prima si toglie gli sci e sale verso la cima. Ripensandoci dopo a casa, avremmo potuto fare quei 4 minuti per arrivare vicino alla cima (per arrivare proprio alla madonnina conviene legarsi), ma in quel momento le mani gelate mi dicevano "scendi subito!" e io ho dato retta a loro. Ma si, tanto ci sono già stato nel 2003.
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Eli nel vento gelido.
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Autoscatto sotto la cima.
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La cima, a sinistra la madonnina bianca, a destra Alberto nel cerchiolino rosso. Per raggiungere la madonnina bisogna fare un traversino su di una cengia rocciosa, ci sono anche degli spit per assicurarsi, ma bisogna essere legati.
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Foto di Alberto dalla cima. Io e Eli siamo nel cerchio rosso.
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Alberto in cima. (foto di un "passante")
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Il Ciarforon dall'alto.
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Scendiamo velocemente e man mano ci scaldiamo, anche perchè il vento diminuisce parecchio. In rosso la linea di salita.
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A destra la becca di Moncorvè (3875m)
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Ancora il Ciarforon dall'alto. Ben visibile il ghiaccio della calotta sommitale già ripulito dalla neve per colpa del forte vento.
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A sinistra la Tresenta, in mezzo il Monviso e più a destra le Levanne, (dovrebbero essere) tra la valle dell'Orco e le valli di Lanzo Torinese.
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Sempre più giù. Alberto ogni tanto ci aspetta ma poi lo mandiamo al rifugio, è inutile che scende a pezzetti con gli sci.
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In basso a destra il Vittorio Emanuele, in alto il colle del Grand Etret e la punta Fourà (3411m)
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Di nuovo a Pont. Credo proprio che torneremo questa estate, magari per salire la Tresenta..... vedremo.