5 giorni in bici nel ponente ligure - 21 - 25 aprile 2012
aereisentieri
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5 giorni a disposizione, cosa facciamo? Dopo aver guardato e riguardato le previsioni meteo per qualche giorno, sperando in un miglioramento all'ultimo minuto, abbandoniamo l'idea di fare il Gran Tour della Maremma in bici, il tempo da quelle parti sarà troppo instabile. Carichiamo comunque le bici in macchina e andiamo ad Albenga, Liguria, sembra infatti che il ponente ligure dovrebbe salvarsi da questa ondata di perturbazioni...speriamo. Comunque,io ed Eli siamo ad Albenga, domani ci raggiungeranno Enrico da Torino ed una sua amica, perciò oggi giro ad anello. Nella foto la spiaggia alla foce del fiume Centa (che è poi l'unione di Neva e Arroscia) a 100 metri dal campeggio, a sinistra l'isola Gallinara e quasi in centro capo Mele.
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Lasciato alle spalle il bel centro storico di Albenga e la caotica periferia commerciale di capannoni, ci infiliamo nella valle del fiume Neva e il traffico sparisce quasi totalmente.
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Dopo Cisano sul Neva c'è Zuccarello, annunciato dal rosso cartello "uno dei borghi più belli d'Italia", posto sotto il nome del paese. Lasciamo la strada principale e prendiamo quella che attraversa il piccolissimo centro storico. Carino, però secondo me questi "borghi più belli d'italia" stanno diventando un pò troppi sminuendo così tale riconoscimento.
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3 chilometri dopo Zuccarello c'è Erli (nella foto), noi però subito prima di arrivarci svoltiamo a destra su una ripida stradetta a tornanti che sale a Castelvecchio Barbena (400m)
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Grossi nuvoloni creano chiazze di ombra sul paesaggio. Nel centro della foto il paesino di Erli, sopra la freccina rossa che indica la posizione approssimativa del colle San Bernardo (957m), già in Piemonte, più a sinistra tra le nubi c'è il monte Galero (1708m) sulla cui cima sono già passato percorrendo l'Alta Via dei Monti Liguri.
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Castelvecchio di Rocca Barbena, 400 metri sul livello del mare, anche questo segnalato come "uno dei borghi più belli d'Italia". Effettivamente è proprio un bel posto. Ci aspettano altri 7 o 8 chilometri di salita fino al colle Scravaion (820m).
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Il colle Scravaion (820m), di qui passa anche l'alta via dei monti liguri. Il sole qui è sparito del tutto, al mare invece c'è, un classico ligure.
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Foto dopo pranzo, appoggiati alla casa cantoniera del colle Scravaion per ripararci dal venticello freddo.
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5 chilometri di discesa (che freddo!!!!!) e arriviamo a Bardineto (711m), nella foto una sua frazione. Ci beviamo un caffè in un bar del centro e scopriamo che qui, oltre ad una importante sagra del fungo, in agosto fanno una grande festa che si chiama "Balla coi Cinghiali", un fine settimana di concerti gratuiti e altre iniziative ecologiche e culturali, il motto della manifestazione è "come a Woodstock, ma si mangia meglio". Se volete andarci, vi avviso che dopo 10 anni consecutivi, nel 2012 la festa non si farà. Per info: www.ballacoicinghiali.it
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5 chilometri di salita per raggiungere il Giogo di Toirano (807m) e poi giù verso il mare.
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Carpe (408m), Boissano (121m) e torniamo al mare nel comune di Loano, qui ci godiamo un pò il sole dopo tutto il freddo della discesa.
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Non ci rsta che pedalare lungo il mare, Loano, Borghetto s.Spirito, Ceriale, Albenga.
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Il mare è decisamente mosso!
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facciamo un giretto nel centro storico di Albenga per fare qualche compera per la cena.
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Giorno 2. Alle 8e30 circa arrivano Enrico e Paola, carichiamo le bici e puntiamo verso l'entroterra, oggi ci lasciamo la Neva a destra e risaliamo la valle del fiume Arroscia
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Dopo il paese di Ortovero lasciamo la strada principale che percorre galerie e viadotti per stare su quella vecchia, praticamente senza traffico. Arriviamo così.... in Calabria!
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antico ponte in un paesello che se non ricordo male dovrebbe essere una frazione di Borghetto d'Arroscia
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Nel centro la torre dell'orologio di Pieve di Teco. Ci fermiamo qui a mangiare.
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Caratteristici i portici del 400 lungo la strada principale di Pieve di Teco
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la grande basilica nel centro del paese
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Lasciamo Pieve in direzione Cesio. Anche qui c'è una lunghissima galleria perciò dobbiamo prendere la strada vecchia che scavalca il colle s. Bartolomeo (620m), da Pieve dobbiamo salire per 380 metri.
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altro antico ponte
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Dal colle è tutta discesa fino a Chiusavecchia, oltre il traffico aumenta parecchio perchè praticamente siamo nella periferia di Imperia.
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Il borgo di Porto Maurizio (nella foto), insieme a Oneglia formano la città di Imperia.
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Da Imperia in breve siamo a San Lorenzo al mare, dove pernottiamo in un campeggio. Nella foto una viuzza del centro durante un giretto dopo cena.
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Terzo giorno, colazione su terrazza vistamare.
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Paola ed Enrico. Oggi faremo giri "separati", Paola non ha una bici adatta alle lunghe e ripide salite liguri, perciò lei ed Enrico proseguiranno lungo la costa visitanto Bussana vecchia, Sanremo, Bordighera e poi risalendo la val Nervia fino a Isolabona, noi invece percorreremo un pezzetto di valle Argentina, saliremo al passo Ghimbegna (898m), visiteremo Baiardo, poi aggireremo il monte Bignone e scenderemo a Perinaldo e Apricale, infine ci troveremo in campeggio a Isolabona (106m).
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Lungo la ciclabile che ha sostituito la ferrovia, purtroppo per ora solo tra S. Lorenzo a mare e Sanremo, circa 16 chilometri. Noi però non arriviamo a Sanremo, ad Arma di Taggia passiamo il ponte sul torrente Argentina e poi cominciamo a risalirlo.
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Lungo la valle Argentina, poco prima di Badalucco. Per molti chilometri ci sono terrazzamenti e coltivazioni in serra, ogni pezzetto di terra in piano e non viene coltivata.
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Prima di arrivare a Badalucco abbandoniamo la strada di fondovalle e svoltiamo a sinistra per Vignai. La salita è subito impegnativa ma ne vale la pena. Strada stretta con traffico zero, ulivi a sinistra, ulivi a destra, tutto su terrazzamenti perchè i fianchi della montagna sono molto ripidi. Ogni tanto qualche rustica casa immersa nel verde.
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Questo dovrebbe essere Ciabaudo. Ci fermiamo per pranzare su una panchina posta di fronte ad una chiesetta, su un tornante della strada dopo Ciabaudo. Non c'è anima viva in giro, le rare casette che passiamo e le pochissime auto parcheggiate hanno nomi tedeschi sulle cassette delle lettere e targhe tedesche.
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sempre più in alto, l'aria è piuttosto fresca, fortuna che oggi ...per ora....il sole non ci abbandona.
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Passiamo anche Vignai, una decina di case ma ben tenute, si vede che in estate è vissuto. Oltre è tutta una faggeta fino al passo Ghimbegna (898m).
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Il passo Ghimbegna (898m) è un bivio, da una parte si scende verso Ceriana e Sanremo, dall'altra si sale verso la strada panoramica del monte Ceppo, magari torneremo a farla in estate o autunno.
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Dal passo Ghimbegna scendiamo un chilometro e siamo a Baiardo (900m). Spettacolare la sua posizione con una antichissima chiesa sulla vetta del colle.
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facciamo un giro nel centro e saliamo in cima al rudere della chiesa
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Qualche notizia da wikipedia su Baiardo:
Il centro storico esiste fin dal I millennio a.C. quando fu un importante luogo di culto per i Druidi - sacerdoti celti - dove sono tuttora presenti alcuni obelischi di pietra. Nel VII-VI secolo a.C. l'area era popolata da Celti e Liguri, uniti in una vera e propria simbiosi economico-religiosa, a cui si aggiunsero presto Greci e Iberici che introdussero la coltivazione dell'ulivo e della vite. I Romani giunsero ad incontrare le varie popolazioni del luogo nel III secolo a.C. e provvedettero innanzi tutto a trasformare l'originario scrigno druidico in una fortezza, tuttora parzialmente visibile.
Intorno alla metà del XIII secolo la figlia del conte Oberto Veirana si sposò con Pietro di Ceva, al quale, dopo la morte del padre, passò il dominio su vari paesi dell'entroterra, tra i quali pure Bajardo, che divenne così un possesso dei Marchesi di Clavesana, ma le sempre più forti pressioni genovesi indussero ben presto Pietro e sua moglie a cedere i loro possedimenti nell'estremo Ponente al governo della Repubblica di Genova, che li acquistò ufficialmente con annessi i relativi diritti e prebende tramite un atto stilato a Genova il 24 novembre 1259 alla presenza del capitano del popolo Guglielmo Boccanegra al prezzo complessivo di 2300 lire genovesi. Da quel momento Bajardo avrebbe seguito le sorti politiche della Repubblica sotto la giurisdizione della Podesteria di Triora.
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Da questa balconata si possono ammirare le alpi Liguri e molto vicini i monti Toraggio e Pietravecchia, sul percorso dell'alta via.
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Da Baiardo torniamo al passo Ghimbegna e con un lungo giro ci spostiamo verso sud e il mare, fino a S. Romolo, poi ricominciamo a salire e in breve siamo a Perinaldo. Nella foto il panorama sul mare tra Sanremo e Bordighera visto dalla strada prima di scendere a San Romolo (786m)
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Prima di giungere a Perinaldo (in alto a sinistra), a destra il bellissimo borgo di Apricale (180 m circa). Ora passeremo da entrambi, prima di scendere ulteriormente a Isolabona.
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Perinaldo , (572m)
Il borgo sorse intorno all'anno 1000 con il nome di Podium Rainaldi, toponimo dal nome del suo fondatore Rinaldo dei conti di Ventimiglia che sottopose il paese alla Signoria di Dolceacqua. Il territorio fu in seguito acquistato nel 1288 da Oberto Doria che cederà il feudo a Carlo III di Savoia nel 1524. Nel 1640 i frati dell'Ordine di San Francesco, insidiatesi nel paese, sostituirono la coltivazione dell'ulivo olivastro nell'attuale varietà taggiasca ancora in atto.
Dal 1973 al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità Montana Intemelia, quest'ultima soppressa con la Legge Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010[5] e in vigore dal 1º maggio 2011
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Apricale visto dalla strada che scende da Perinaldo. L'origine del borgo sembra risalire all'età del bronzo, grazie ai ritrovamenti di tumoli sepolcrali in località Pian del Re (nel dialetto locale Cian deu Re). Ufficialmente il borgo venne fondato intorno al X secolo dai conti provenienti da Ventimiglia, passando poi nel 1276 ai Doria, signori di Dolceacqua. Nel 1267 compaiono i primi statuti, tra i più antichi della Liguria, legati all'indipendenza per la costituzione in Libero Comune. Nel 1573 la famiglia Grimaldi di Monaco distrugge il locale castello precedentemente eretto dai Doria, scatenando lotte e guerre interne. Subì l'invasione francese nel 1794 di Napoleone Bonaparte e la conseguente annessione prima alla "giacobina" Repubblica Ligure e poi all'Impero napoleonico. Alla caduta di quest'ultimo nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, come stabilito dal Congresso di Vienna, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861.
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La piazza principale di Apricale.
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Tra i vicoli di Apricale, sono così stretti e fitti che ci si perde come in un labirinto.
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Lasciamo a malincuore Apricale e in un attimo scendiamo a Isolabona, li prendiamo posto in campeggio dove poco dopo ci raggiungono Enrico e Paola.
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Nella notte tra il terzo e il quarto giorno viene giù un diluvio, piove e tira vento forte, la mattina troviamo la tenda coperta di foglie ma il cielo è tornato azzurro. Sul monte Pietravecchia (2040m) ha fatto anche una spolverata di neve! Oggi altro giro "separati", Enrico e Paola faranno una escursione a piedi prima a Apricale e poi a Perinaldo, io ed Eli da Isolabona saliremo a Pigna e al colle di Langan (1127m) per poi ridiscendere a Molini di Triora, da li giù per tutta la valle Argentina fino al mare. Ritrovo al campeggio di San Lorenzo al mare.
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Pigna (280m), molto bello anche questo paesello, ci sono anche delle famose terme. Il torrente si è ingrossato tremendamente con la pioggia di questa notte, ieri era quasi un ruscelletto tra i sassi.
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Dopo Pigna inizia la salita vera che ci porta al colle Langan, quasi mille metri di dislivello, traffico zero e bei panorami verso le alpi liguri. Alle nostre spalle il paesino di Castel Vittorio, abbarbicato sopra Pigna.
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Davanti a noi i monti
Pietravecchia e Toraggio, ci ho percorso un tratto di alta via qualche anno fa.
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una chiesetta diroccata tra gli ulivi
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Ormai ci siamo....
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Ed ecco il colle Langan, (1127m) una costruzione fatiscente che doveva essere una trattoria, un bunker e una baracca, tutto qui. Da qui parte la strada per salire al colle Melosa (1540m).
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foto ricordo al colle, sulla destra il bunker
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Lunga discesa verso Molini di Triora
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Mentre scendiamo a Molini di Triora, abbiamo una bella vista su Triora (776m), il paese delle streghe....se avete tempo andate a farci un giro...
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Dal colle Langan (1127m) non tocchiamo più i pedali fino a Molini di Triora (460m), poi si pedala in leggera discesa verso il mare, lungo tutta la valle Argentina
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Lo zig zag del torrente Argentina verso Arma di Taggia
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Montalto Ligure
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Badalucco
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Campi di fiori tra Arma e San Lorenzo a Mare
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L'ultimo giorno non ci resta che tornare ad Albenga, la giornata è bella ma tira un vento fortissimo! Peccato che si pedala sempre lungo l'aurelia, stretta e trafficata. A dire la verità c'è un trattino carino tra Oneglia e Diano Marina. Nella foto uno scorcio di Cervo.
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Sulle spiagge impazzano i windsurf e i kite surf che letteralmente volano con questo vento
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Per pranzare ci fermiamo in una piazzetta interna di Laigueglia, sul mare c'è così tanto vento che solleva la sabbia!
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Qualche barchetta tra Alassio e Albenga
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Siamo arrivati presto ad Albenga e ci sediamo un pò in spiaggia ad ammirare i wind surf che con questo vento volano a pelo d'acqua. E' finito anche questo giretto, l'entroterra ligure ci piace propio tanto, ormai lo abbiamo anche girato abbastanza... ci manca la zona più alta delle alpi liguri, dove ci sono delle strade sterrate pedalabili che salgono in quota e passano anche per la vetta del monte Saccarello a 2200 metri, la vetta più alta della liguria. Prima o poi....