Sorico - san Fedelino - 3 ottobre 2010
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Oggi gita di ripiego, non piove, ma il cielo e la visibilità sono davvero pessimi. Visto che non vale la pena salire di quota, rimaniamo bassissimi, meno di così ci sono solo le immersioni. Mentre percorrevamo la 36 in direzione della valtellina, mi è venuto in mente un giretto di cui avevo sentito parlare, dal ponte del Passo, al tempietto di San Fedelino. Il ponte del Passo scavalca il fiume Mera, circa un chilometro prima che questo si getti nel lago di Como a Gera Lario.
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Lasciamo la macchina proprio vicino al ponte, poi ci incamminiamo lungo la strada asfaltata che costeggiando il Mera porta al paesello di Dascio
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Dopo averlo risalito per circa un chilometro e mezzo il Mera si allarga in un laghetto circondato da cannette palustri. Qui siamo nella riserva naturale chiamata Pian di Spagna, importante soprattutto per l'avifauna.
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il porticciolo di Dascio. Il laghetto si restringe nuovamente per un brevissimo tratto, poi diventa il lago di Novate Mezzola. La strada termina a Dascio, noi imbocchiamo un sentiero che indica già S. Fedelino.
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Vecchie case a Dascio.
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In primo piano l'abitato di Dascio. Oltre il paese il sentiero lascia la quota del lago e si inerpica su per il pendio della montagna, non scenderà fino al tempietto.
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Il paese di Verceia, sulla sponda opposta del lago di Novate Mezzola.
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Il particolare ambiente tipico della riserva Pian di Spagna.
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Saliamo nel bosco, non c'è in giro nessuno.
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Siamo arrivati in fondo al lago di Mezzola, all'estremità nord. Si vede benissimo il cono di terreno su cui è sorto anche il paese di Novate Mezzola, terreno portato a valle nei secoli dal torrente che scende dalla val Codera. Nella parte bassa della foto potete notare anche la foce del fiume Mera nel lago. Il tempio di San Fedelino è proprio sotto qui, dobbiamo solo arrivare al fiume.
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Punto panoramico sul lago di Mezzola. La freccina rossa indica il pontiletto dove attraccano le barche che portano i visitatori al tempietto, infatti ci si può arrivare solo a piedi o in barca, niente macchine.
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Ultimi cento metri di sentiero, si scende su una vecchia frana.
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Ed eccolo qui, proprio piccolino, in riva al fiume Mera. Fu eretto intorno l’anno 1000 dopo il ritrovamento delle spoglie di Fedele, legionario romano convertitosi al cristianesimo che qui compì il suo martirio e fu decapitato nel 286 dai sicari dell’imperatore Massimiliano. Nel 964 il vescovo Ubaldo, accompagnato da un corteo di fedeli a bordo di una nave a lampade accese, con inni e cori, attraversò il lago sino a raggiungere l’oratorio dove erano sepolte le reliquie, se ne appropriò e ritornò festosamente a Como, dove le ripose nella chiesa dedicata a Sant’Eufemia. È in questo modo che l’antica pieve di Como cambiò patrono e venne dedicata a San Fedele, dedicazione che conserva tuttora mentre il piccolo oratorio è stato chiamato dal popolo San Fedelino.
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L’oratorio, a pianta quadrata di 3 metri e mezzo per lato, possiede una volta a crociera (fra le prime del lago) ed è conclusa da un’abside semicircolare rivolta ad oriente con archetti pensili e semicolonne ed è aperta da due porte centinate e da finestrelle. La chiesa, un tempo tutta affrescata, ebbe gli ultimi restauri nel 1956 per i quali vennero consolidati i preziosi affreschi dell’interno risalenti all’inizio del secolo XI. È grazie a questi lavori che ancora oggi è visibile l’affresco di Cristo Redentore in mezzo agli angeli e agli Apostoli dipinto sotto l’abside.
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Il pontile visto prima dall'alto.
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Dopo aver pranzato nei pressi del tempietto, torniamo verso Dascio. Visto che è presto durante il cammino raccogliamo parecchie castagne.
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Famigliola di cigni fotografata a Dascio.