Eccolo qua, (a grandi linee) il nostro ciclogiretto di questa estate. Come si può vedere, siamo partiti da Gorizia il 22 luglio e giunti a Vienna il 6 agosto, dopo aver pedalato 1407 chilometri attraverso Slovenia, Ungheria, Slovacchia e un pezzettino di Austria.
La parte Slovena del viaggio. Da Gorizia siamo passati in 20 minuti alla slovena Nova Gorika, proseguiamo risalendo il fiume Soca (in Italia è l'Isonzo) passando da Cobarid (Caporetto) , Bovec, il passo di Vrsic (il più alto della Slovenia, 1611m), Kranjska Gora, il lago di Bled. Passiamo a nord di Lubiana e poi più o meno dritti, puntiamo attraverso campi e colline verso l'Ungheria. Dormiamo a Ptuy e passato l'ultimo pezzo pianeggiante di Slovenia con le cicogne nei prati, entriamo in Ungheria.
Ungheria e Slovacchia. Dalla Slovenia andiamo dritti dritti al lago Balaton, lo raggiungiamo a Keszthely e percorriamo tutta la sponda nord. Visitiamo la penisola di Tihany e terminiamo la sponda nord fino alla fine. Sempre dritti fino a Budapest dove ci fermiamo una giornata e mezza. Lasciata Budapest lungo il Danubio puntiamo a nord verso la Slovacchia, passiamo il confine a Sahy. Banska Stiavnica, Ziar, Prievidza, Ilava, Dubnica, Trencin, Piestany, Modra, Senec e infine Bratislava. Dopo una giornata nella capitale Slovacca, lungo il Danubio puntiamo a Vienna. Un errore ci farà cambiare strada , ma a sera giungeremo comunque nella capitale austriaca. Da Vienna prenderemo un treno notturno per Udine, da cui poi pedaleremo fino a Gorizia. Ma ora, le foto.
Il grande giorno è arrivato! Siamo a Gorizia, abbiamo appena scaricato le bici dalla macchina, le abbiamo caricate dei bagagli che saranno la nostra casetta per i prossimi 18 giorni, e via, si parte! Che belle le prime pedalate di un lungo viaggetto, attraversiamo la semideserta cittadina di confine e in brevissimo ci troviamo davanti un cartellone azzurro....
....prima dogana, entriamo in Slovenia! Troviamo subito il corso della Soca, che sarebbe poi l'Isonzo in Italia, lo risaliamo per tutto il primo giorno.
Risalendo la Soca...
La Soca a Kanal. La giornata oggi è bellissima, ma qui il tempo cambia in fretta....si addensano nuvoloni grigi e tra un paio di ore prenderemo qualche scrosio di pioggia....
dintorni di Tolmin
Giungiamo a Caporetto, famosa per la battaglia della prima guerra mondiale che si combatté in queste zone tra il 24 ottobre e il 26 ottobre 1917, tra le truppe italiane e quelle austriache, e si concluse con la celebre rotta delle truppe italiane che si dovettero ritirare fino al fiume Piave perché non esistevano piani per la difesa delle posizioni, essendo la strategia del Regio Esercito basata esclusivamente sull'offensiva. Nella foto il sacrario di S. Antonio che custodisce le salme di 7014 soldati italiani
Dopo Caporetto la strada inizia a salire più decisamente, in basso sempre la Soca con le sue acque azzurre.
Alle 18e45 raggiungiamo il campeggio nel paesello di Bovec, a 460 metri slm. Nonostante abbiamo iniziato a pedalare solo alle 13, ci siamo fatti ben 79 chilometri, meglio così, domani ci tocca la salita più lunga di tutto il viaggio.
Il secondo giorno inizia con il cielo piuttosto coperto, peccato, ci stiamo per inoltrare nel quore del parco nazionale del Triglav e stiamo per salire al passo di Vrsic, il più alto della Slovenia (1611m), avremmo gradito un pò di sole.
Da Bovec (460m) a Trenta (620m) la strada corre a fianco della Soca, permettendoci di ammirare il suo splendido colore.
Il paesaggio è davvero bello, il torrente azzurro, montagne coperte di fitti boschi (in questa zona ci sono anche parecchi orsi), piccoli nuclei di abitazioni e stalle dall'architettura tipica.
Stiamo per entrare a Trenta (620m), davanti a noi, coperto dalle nuvole, il monte Triglav (o Tricorno, in Italianio. 2864m) la più alta cima delle Alpi Giulie e della Slovenia, di cui è monumento nazionale. Il monte è un simbolo dell'identità slovena, è rappresentato in forma stilizzata nello stemma nazionale, nella bandiera e nella moneta slovena da 50 centesimi di euro; inoltre secondo la tradizione ogni sloveno almeno una volta nella vita dovrebbe salire sulla cima del Tricorno. Noi , almeno per questa volta non siamo intenzionati a salire il Triglav, però vorremmo salire al passo di Vrsic (1611m). La salita vera inizia proprio qui a Trenta, la strada si impenna decisamente e proprio nello stesso momento inizia un bel temporale che ci accompagnerà per altre 2 ore, fino al passo.
Nonostante siamo bagnati fino alle ossa, ogni tanto ci fermiamo a bere un goccio di acqua, continua a piovere senza tregua.
Lungo uno dei 25 tornati della salita lunga 8,7 chilometri, la pendenza media è del 8,9 per cento, la massima del 19!!!
Fine, la salita massacrante è finita e anche la pioggia si è calmata un pò. Ci cabiamo maglietta e maglia, ci mettiamo la giacchetta e mezzi congelati ci apprestiamo a scendere i 24 tornati verso Kranjska Gora (809m).
Kranjska Gora (in tedesco Kronau, in italiano Monte Cragnisca[senza fonte]) è un comune di 5.291 abitanti della Slovenia nord-occidentale, sul confine con Italia e Austria. Si trova tra le Alpi Giulie e le Caravanche ed è conosciuta principalmente come località sciistica e di villeggiatura, oltre che per un frequentato casinò. Ospita annualmente un evento della Coppa del mondo di sci alpino, nota come Vitranc Cup, con una gara di slalom gigante e una di slalom speciale maschili. Il noto trampolino per lo sci (Letalnica) è situato nella vicina valle del Tamar, Planica.
Dopo esserci mangiati una buona pizza nel centro di Kranjska Gora, tanto per scaldarci un pò in un locale chiuso, ripartiamo lungo una ciclabile in direzione di Jesenice. Sulla destra potete vedere un kozolec, rastrelliera per stendere il fieno ad asciugare, sono veramente tipici di queste zone.
Prima di arrivare a Jesenice, a Mojstrana svoltiamo a sinistra e facciamo un percorso alternativo per raggiungere il lago di Bled, fine tappa di questa giornata. Sarà un bel percorso, a tratti anche sterrato, peccato che ci prendiamo un'altra lavata totale per colpa di un bell'acquazzone.
Dopo 76 chilometri e 1550 metri di salita totale raggiungiamo Bled. Visto il tempaccio cerchiamo alloggio in uno dei 7 ostelli di Bled (la località più turistica della Slovenia), ma niente, nemmeno un posto libero e così ci tocca andare in campeggio anche stasera. Questa è l'unica foto decente che ho tenuto del bellissimo lago di Bled, si può vedere la chiesetta sull'isola e a destra sull'altra sponda il castello a picco sul lago. Il posto è davvero da favola, un giorno o l'altro bisognerà tornare con il bel tempo.
3° giorno, piove. Usciamo dalle montagne più alte e ci spostiamo verso la capitale Lubiana, ma non ci andemo. Poco prima di Kranj svoltiamo a sinistra e puntiamo a est, direzione che manterremo fino all'Ungheria.
Su e giu per le colline, che fatica, però siamo premiati anche da qualche bello scorcio.... quando non piove.
Basta avere una buona cartina e si trovano sempre delle belle stradine poco trafficate, a volte però sono anche sterrate, ma che bella discesa che ci siamo fatti!
Il piccolo paesino di Sveti Lenart, nascosto in mezzo ai boschi e raggiunto solo da una strada sterrata.
Dopo un'altra lunga salita siamo al passo Crnivec, non è altissimo ma anche oggi è stata una giornata faticosa anche per colpa della pioggia.
Chiesetta nei pressi di Smiklavsek
Il terzo giorno termina a Gornji Grad, dopo 77 chilometri per metà sotto la pioggia. Non ci sono campeggi e con piacere prendiamo una stanzetta in una semplice pensione, nella foto la vista dalla finestra.
4° giorno, è grigio ma per ora non piove. Riempiamo le borracce di fronte alla cattedrale di San Mohor e Fortunat, la più grande della Slovenia, poi partiamo verso Velenje.
Evitiamo il più possibile le grosse arterie di comunicazione percorrendo strette stradine di campagna, posti incantevoli.
Il nostro market preferito in questi giorni sloveni, Mercator.
L'Ungheria e le sue grandi pianure sono sempre più vicine, iniziano a vedersi parecchi cicogne.
Dopo 107 chilometri siamo a Ptuj, una delle città più antiche della Slovenia, sulla riva del fiume Drava. La sua storia risale all'età della pietra, ma la città ha vissuto il suo massimo splendore nel periodo romano. Il nome ha origine all'epoca dell'imperatore Traiano, che concesse all'insediamento lo status di città e la battezzò Colonia Ulpia Traiana Poetovio.
Notturno di Ptuj
altro notturno di Ptuj
5° giorno, ultima pedalata in Slovenia, nel pomeriggio entreremo in Ungheria. Dopo le prime 2 ore della mattinata su e giù per collinette coperte di grano e viti, l'ultima parte di Slovenia è abbastanza piatta.
Ultimi chilometri sloveni
Salutiamo la bellissima Slovenia bevendoci l'ultima Lasko, la principale birra del paese che come simbolo ha Zlatorog, il leggendario camoscio dalle corna d'oro che si nasconde sul Triglav.
Confine con l'Ungheria, speriamo bene!
I primi chilometri di Ungheria non sono proprio esaltanti, un bel cartello vieta alle bici di percorrere la strada e siamo costretti a stare su una ciclabile tutta gobbe e buche, nella foto si vede un tratto molto bello, ma altri pezzi erano semi invasi dalla vegetazione. Fotunatamente dopo il primo centro abitato il divieto scompare e possiamo pedalare un pò più comodamente. Una cosa si nota subito arrivando dalla Slovenia, il tenore di vita si è abbassato decisamente.
Prima cosa da fare appena entrati in Ungheria, prelevare fiorini!! Lo facciamo a Lenti, una brutta cittadina di frontiera in cui non abbiamo trovato un market, ma soltanto negozi di cianfrusaglie cinesi. Passata Lenti, solo campi di mais e paesini minuscoli. Troviamo da dormire dopo 105 chilometri, a Nova in una casa privata, pensioni o alberghi da queste parti non ce ne sono.
6° giorno, dopo 4 giorni di grigio e pioggia, il sole!!!!! Oggi percorreremo una strada che ci porterà dritta dritta al lago Balaton, e se va tutto bene arriveremo a metà della sua sponda nord. Traversiamo piccoli paesi che sembrano fermi al 1960, ci sono in giro anche parecchie auto che risalgono a quegli anni!
il paesaggio tipico prima di arrivare al lago Balaton....
....e il paesello tipico (sono tutti uguali), una strada, due file di casette più o meno modeste, intorno solo campi.
Ed eccolo qua, il primo scorcio di lago Balaton.... il mare degli Ungheresi.
La prima cittadina che incontriamo sul lago è Keszthely, località turistica come tante altre del lago ma un pò più "elegante". Nella foto il fastoso palazzo Festetics
Intorno al lago Balaton corre una pista ciclabile molto battuta dagli ungheresi. La percorriamo per tutto il pomeriggio nella zona probabilmente più carina del lago, quella nord occidentale, pedalando tra vigneti, cantine e frutteti.
La pecca di questa ciclabile è che il lago non si vede quasi mai perchè ci sono troppe canne palustri che lo circondano, solo nei paesi o nei punti dove ci sono porticcioli e impianti turistici si può accedere al lago.
campagne intorno al lago
dopo un'altra lunga giornata (119km) parcheggiamo le nostre bici in riva al lago in un campeggio fuori dal paese di Balatonakaly. Dimenticavo, per chi non lo sapesse, il Balaton con i suoi 600 chilometri quadrati di superfice è il lago più grande d'europa, la profondità media è di soli 3 metri.
....dobbiamo pur rifarci delle fatiche quotidiane!!
7° giorno. E noi che credevamo in un miglioramento del tempo.... solo un'illusione, la mattina del settimo giono ricomincia sotto la pioggia. Smetterà solo nel pomeriggio, dopo averci lavato ben bene per tutta la metà lago che ci mancava da percorrere.
nonostante la pioggia a catinelle, facciamo i turisti e allunghiamo la strada per inoltrarci nella penisola di Tihany. Nella foto si può vedere un laghetto che si trova nella penisola (un lago nel lago). che si estende per circa cique chilometri nelle acque del Balaton.
La famosissima chiesa abbaziale di Tihany, costruita nel 1754.
Dal belvedere dietro la chiesa di Tihany si può capire quanto sia grande questo lago.
Solo nel tardo pomeriggio esce un raggio di sole.... ma poi se ne va nuovamente (se non altro ha smesso di piovere)
Il settimo giorno termina in riva ad un altro lago, il Velencei. Piazziamo la nostra tenda in un campeggio nei pressi della cittadina di Velence. anche oggi tappa dura, 121 chilometri... ma domani ne faremo pochi, dovrebbero bastarne una cinquantina per arrivare a Budapest!!!
8° giorno, ore 14:00, periferia di Budapest. Periferia si, ma sono 10 chilometri che siamo in periferia.... ma quanto è grande questa città?! La Lonely Planet dice 525 kmq, popolazione 1,67 milioni.
Dopo 58 chilometri raggiungiamo l'ostello dove pernottere 2 notti (non è l'edificio nella foto), ci facciamo una doccia e usciamo per iniziare il tour della capitale ungherese. In questa foto uno degli stabilimenti termali più famosi di Budapest, il Gellèrt.
Viene sera...
il castello (Buda)
il famoso "ponte delle catene"
la chiesa di Mattia Corvino
il ponte della libertà
9° giorno, tutto dedicato a visitare Buda e Pest. Prima tappa del giorno, saliamo sulla collina della cittadella, sotto di noi il ponte della libertà
Oggi c'è un pò di sole, però tira vento.... freddo! Davanti a noi il Danubio e in mezzo alla foto il ponte delle catene. A sinistra del fiume c'è la collina di Buda, a destra invece la città più moderna, Pest.
scorci della metropoli
Il castello, visto dalla collina della cittadella.
autoscatto a Budapest
Scendiamo dalla cittadella e saliamo al castello...
nel parco del castello
Budapest, partimonio mondiale dell'umonità
la cattedrale di Mattia Corvino
il bastione dei pescatori, dietro la cattedrale di Mattia Corvino
il bastione dei pescatori
il parlamento ungherese... mica male è?!
la basilica di S. Stefano
Parlamento
il ponte delle catene
il ponte di Elisabetta
10° giorno. Lasciamo Budapest nell'ennesima giornata bigia, per sera arriveremo in Slovacchia.
Da Budapest percorriamo parte dell'ansa del Danubio, poi la abbandoniamo e tagliamo un pochino, la la pioggia ci perseguita. Raggiungiamo Szob, dove una specie di chiatta ci permetterà di traversare il Danubio.
ultimi paesini ungheresi, il confine si avvicina sempre più....
Slovacchia! Spesi gli ultimi fiorini, si torna all'euro!
Appena dopo il confine siamo a Sahy, abbiam fatto 100 chilometri tondi tondi, ci fermiamo nel modestissimo campeggio del paese, siamo gli unici avventori. Due cagnolini del gestore ci fanno le feste....
11° giorno. Questo inizio di Slovacchia è abbastanza piacevole, dolci colline, girasoli, mais, girasoli, mais, ......
Ci capita spesso di vedere caprioli o giovani cervi nelle radure a lato della strada
Ci fermiamo a visitare Banska Stiavnica, piccola cittadina patrimonio mondiale dell'unesco grazie al suo centro storico ben conservato e a due castelli, il vecchio e il nuovo.
La colonna della peste e in alto a sinistra il castello più nuovo...
il monte calvario, appena fuori Banska Stiavnica
Campagna tra Banska Stiavnica e Hlinik. Poco dopo aver fatto questa foto, è iniziata a scendere qualche goccia di pioggia..... tempo 2 minuti il diluvio universale si è scatenato su di noi; così dopo una giornata asciutta..... ci siamo lavati totalmente. Da Hlinik siamo dovuti andare ancora fino a Ziar per trovare un posto dove dormire, totale del giorno 97 chilometri.
12° giorno. Lasciamo con piacere Ziar (decisamente bruttina) e ci dirigiamo verso Bojnice.
All'ora di pranzo ci fermiamo fuori dal castello di Bojnice
Sulla diga del lago Nitrica. Dopo il lago iniziamo a risalire una bella vallata boscosa, sempre di fianco al torrente Nitrica, sono 23 chilometri di salita fino a Homolka.
La macchina più diffusa in Slovacchia, seguono a ruota tutti gli altri modelli di Skoda.
Caldo!! Meglio non lamentarsi troppo però, una volta tanto che non piove! Ormai siamo arrivati alla fine della salita...
Giunti al passo troviamo un chiosco chiuso e un grosso edificio, tipo albergo alpino....quasi quasi ci fermiamo a dormire qui! Chiediamo e scopriamo che in realtà è una colonia estiva. Salta fuori un ragazzetto che è appena tornato da una vacanza studio di un mese in italia (parla benissimo!) e per 10 minuti siamo l'attrazione della colonia, ci chiedono da dove arriviamo, dove andiamo, quali altri giri abbiamo fatto in bici..... insitono per fare una foto di gruppo insieme a noi, e quasi quasi ci trovano anche una stanza per la notte! Maalla fine salutiamo e prendiamo la discesa per Ilava.
lungo la discesa verso Ilava.
Giunti a Ilava non troviamo nessun posto dove dormire e prosegiuamo verso Dubnica che è un pò più grossa. Verso le 17e45, dopo 101 chilometri, troviamo una mega stanzona con tre letti , cucina e bagno (20 euro in due) in un freddo ed enorme albergo nella periferia di Dubnica. Nella foto la vista dalla finestra della stanza.
13° giorno. Altra giornata di sole, così ci si asciugano le scarpe che sono ancora bagnate per il temporale di ieri. Abbandoniamo Dubnica , passiamo per Nova Dubnica e arriviamo a Trencin, famosa per il suo castello. Foto dei tetti di Trencin dalla stradetta che sale al castello.
il castello di Trencin. Il luogo in cui sorge la città è abitato da tempo immemore. Su una roccia sovrastante la città è stato costruito un tipico castello medievale fortificato; Trencín è famosa per un'iscrizione romana nella roccia del castello che risale al 179, l'epoca delle guerre marcomanne, una serie di guerre avvenute tra l'Impero romano e i Quadi, tribù germanica. L'iscrizione denota la regione come Laugaricio ed è il riscontro più settentrionale della presenza dei soldati romani nell'Europa centrale. Con il nome greco di Leukaristos, Trencín fu anche disegnata nella mappa del mondo di Tolomeo nel 150. Il Castello di Trencín, probabilmente fondato durante l'era della Grande Moravia, divenne un centro amministrativo della Contea di Trencín dalla fine del XI secolo. Fu uno dei pochi castelli del Regno d'Ungheria che sopravvisse alle disastrose invasioni dei mongoli del 1241. Tra il 1302 e il 1321 il castello fu la residenza del magnate Matteo Csák, che controllava la maggior parte dell'odierna Slovacchia.
Filari di luppolo lungo una strada secondaria tra Trencin e Piestany
Già da lontano cominciamo a vedere il castello di Beckov, o meglio, le rovine del castello, costruito su uno scoglio di roccia che spunta insolito tra le basse colline e i campi, a pochi chilometri dalla cittadina di Nove Mesto.
Oggi tappa breve, solo 70 chilometri, prendiamo posto nel campeggio di Piestany, in riva al fiume Váh. Questa cittadina è famosa per essere il principale centro termale della Slovacchia, già dal XVI secolo tantissimi visitatori si immergevano nelle piscine calde e passeggiavano per il grande parco.
Il simbolo della città, il malato che spezza la stampella. Nella foto, oltre al malato, l'inizio del ponte coperto che scavalca il fiume e porta alla grande isola termale e al bellissimo parco.
il Thermia palace hotel, gioiello art nouveau del 1912.
altre palazzine all'interno del parco, nell'isola termale di Piestany
14° giorno. Ennesima giornata grigia, ma niente pioggia. Tappa su e giù, una serie infinita di collinette da scalare, niente salite lunghe....ma alcune belle ripide!!
Bratislava 55km!! Ormai ci siamo, ma ci arriveremo domani perchè noi faremo un giro più lungo rispetto a quei 55 km.
Già che siamo di strada ci fermiamo a vedere il castello di Cerveny Kamen.
Passando per Modra ci fermiamo a comprare una bottiglia di vino, questa cittadina è rinomata per essere il maggiore centro di produzione della Slovacchia. ce la scoleremo tutta a cena!
Anche alla cantina ci fanno tante domande e complimenti per essere arrivati dall'italia in bici, infine vogliono fare una foto con noi.
La quattorcicesima tappa termina dopo 97 chilometri in un campeggio sulle sponde del lago Slnecne, nel paese di Senec. Domani si arriva a Bratislava!
15° giorno. Sembra novembre, invece è il 5 agosto....
.... ma ben presto la nebbia lascia il posto ad un caldo sole e dopo 37 chilometri raggiungiamo il centro di Bratislava.
Una via del centro, nei pressi dell'ostello dove abbiamo preso una camera. In fondo alla via , in alto si intravede il castello di Bratislava.
ed eccolo qui il castello di Bratislava, costriuto nel XV secolo, devastato da un incendio nel 1811, buona parte di quello che si vede oggi è una ricostruzione degli anni 50.
Il Danubio, visto dal castello
Il ponte Nuovo, realizzato nel 1972, chiamato anche l'UFO. Dietro si vede il quartiere Petrzalka, giungla di cemento costriuta durante il regime comunista (come anche il ponte).
particolare dell'UFO
Una panoramica sui tetti della città
Tra le vie del bel centro storico
Hlavne namesti, la bella piazza principale con al centro la fontana di Rolando, costriuta nel 1572.
In piazza ci sono le prove per un concerto di musica Klezmer che si svolgera la sera.
In giro per il centro storico di Bratislava ci sono diverse statue, piuttosto particolari....questo è il soldato napoleonico.
il paparazzo...
Dopo cena torniamo in piazza per ascoltarci il bel concerto di musica klezmer
un paio di scatti notturni della città
16° giorno. Di buon'ora attraversiamo il centro di Bratislava, ancora non invasa dai turisti, giunti alla riva del Danubio iniziamo a risalirlo lungo la ciclabile, direzione Vienna. La capitale austriaca (anche lei posta sulla riva del Danubio) dista infatti solo una settantina di chilometri da Bratislava. Pensate che il confine austriaco dista solo 3 chilometri da Bratislava! Decisamente la capitale più decentrata, forse del mondo!
ad un certo punto dobbiamo abbandonare la sponda del fiume e traversare parte della periferia di Bratislava.
Giunti al castello di Devin abbiamo una sgradita sorpresa: proprio qui si immette nel Danubio il fiume March proveniente da nord. Tale fiume fa da confine naturale tra Slovacchia e Austria, il guaio è non c'è modo di attraversane il corso se non risalendolo fino a Zahorska Ves, cioè per circa 35 chilometri!!! Non abbiamo molta scelta, o tornare indietro 30 km fino a Bratislava, traversare il Danubio e proseguire verso Vienna sull'altra sponda (30+75 km?), oppure risalire il March, traversarlo a Zahorska Ves e puntare dritti a Vienna (30 già fatti + 35 + 30). Visto che sono già quasi le 10:00, optiamo per la seconda possibilità.
Il castello di Devin, arroccato su uno sperone roccioso in riva al Danubio.
Risaliamo il fiume March lungo una ciclabile tra i prati, poco battuta e non sempre in buone condizioni....
Qualche compera in un minimarket prima di entrare in Austria, qui costa tutto la metà!!
ultime cicogne slovacche
A Zahorska Ves, il traghettatore che ci porterà in Austria.
Un brindisi con una lattina di Radler all'ingresso in Austria
Per una strada secondaria, entriamo nella periferia di Vienna. Avendo dimenticato a casa una cartinetta di Vienna, abbiamo dovuto girare un pò per trovare il campeggio dove siamo stati già qualche anno fa, lo raggiungiamo verso le 18 dopo una tappa di 97 km.
Controluce il profilo del moderno quartiere CITY 1, in primo piano l'Alte Donau, un ramo del Danubio separato dal corso principale, dedicato escusivamente al nuoto, alla vela, a tutti gli sport acquatici.
in basso la nostra tenda semi montata. Questo è l'angolo del campeggio di Vienna dedicato a quelli in bici o che si fermano giusto una notte, non esistono piazzole, ci si ficca dove si trova un buchetto. Dopo questo scatto hanno piazzato altre 2 tende tra la nostra e quella grigia/arancio poco più in alto.
17° giorno. Oggi, ultimo giorno di viaggio, staremo in giro per Vienna fino al tardo pomeriggio, alle 20e30 avremo il treno che ci riporterà in Italia. La giornata parte un pò grigietta, ma poi si aprirà. Nella foto a sinistra la Donauturm. Siamo nel Donaupark, un mega parco con giardini di tutti i tipi, aree giochi per i bambini, un trenino per i bambini, campi di calcio, da tennis, piscine, piste ciclabili ecc ecc. tutto su di un'isola tra 2 rami del Danubio.
Il minitrenino che percorre tutto il parco.
Ci aggiriamo nell'avveneristico... e oggi deserto, quartiere City 1
Il palazzo delle Nazioni Unite a Vienna.
sostiamo un pò sotto il Prater, la grande ruota panoramica di Vienna. Si trova in un vero e proprio quartiere fatto solamente di divertimenti: montagne russe, autoscontro, sale giochi di tutti i tipi ....
La cattedrale di S. Stefano, nel centro di Vienna, mezza impacchettata per dei lavori. (come al solito)
Giriamo un pò per il centro, ma decisamente svogliati, un pò per il caldo davvero fastidioso, un pò per la bolgia di turisti.
Il grande teatro, dove fanno sempre il concerto di capodanno
Josefsplatz, cuore dell'Hofburg, la zona con tutti i palazzi storici degli Amburgo.
Ci spostiamo decisamente dal centro e torniamo a visitare lo Schloss Schonbrunn. Da Wikipedia: " Il Castello di Schönbrunn (Schloss Schönbrunn in tedesco) si trova a Vienna ed è stato la sede della casa imperiale d'Asburgo dal 1730 al 1918. Una volta si trovava in campagna, ma ormai è stato inglobato dalla città e ora si trova a Hietzing, nella periferia ovest di Vienna. Il nome di Schönbrunn gli venne dato dall'Imperatore Mattia che, durante una battuta di caccia in quest'area, vi scoprì una fonte di acqua limpidissima da cui il nome di schön brunn (bella fonte) ed è attorno a questa fonte, secondo la tradizione, che si sarebbe costituito poi il castello intero. Oltre alla bellezza dei luoghi, il complesso del palazzo è noto per ospitare uno degli zoo più antichi al mondo. Dal 1992 il castello è amministrato dall'azienda Schloss Schönbrunn Kultur- und Betriebsgesmb. Dal 1996 il palazzo ed il giardino sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Come potete vedere , non c'è più il sole, nuovoloni neri sono arrivati portati da un vento impetuoso....i turisti sciamano intimoriti....
Facciamo una rapidissima visita anche noi, poi scappiamo verso la stazione nonostante manchino più o meno 4 ore al treno!! Questa volta abbiamo girato proprio poco a Vienna, se volete vedere qualche foto in più andate ad un altro nostro viaggio del 2009, in cui abbiamo visitato solo
l'Austria
un momento durante la luunga attesa del treno nella Wetbanhof. Tanto per cambiare, fuori diluvia.
Manca poco al treno, abbiamo smontato in barte le bici e le abbiamo impacchettate con delle forse fatte in casa, speriamo di trovare il posto nella cuccetta dove cacciarle!
18° giorno. Nella notte abbiamo viaggiato tra Vienna e Udine, dove siamo arrivati alle 6e30. Dopo aver montato le bici fuori dalla stazione ancora semideserta, iniziamo l'ultima pedalata di circa 35 chilometri per tornare alla macchina, parcheggiata a Gorizia. Anche questo bel cicloviaggetto è finito....ora ci tocca aspettare un anno per farne un altro.
Dimenticavo....siamo arrivati alla macchina giusto in tempo, 2 minuti dopo si è messo a piovere.