Per questo fine settimana c'erano diverse ipotesi, la prima era di fare una camminata di due giorni al mare, la seconda di andare alla Grand Serz in Valle d'Aosta, la terza di andare alla punta Galisia, sempre in VDA. Al mare il sabato davano piuttosto grigio, il rifugio Vittorio Sella per salire la Grand Serz era al completo, le condizioni per la Galisia non erano ottimali.... alla fine, nella tarda mattinata di sabato decidiamo di tentare il Tresero in alta Valtellina. Partiamo con calma alla volta della Valfurva, il tempo man mano che saliamo peggiora.... è solo coperto, ma non invoglia a fare grandi passeggiate. Per salire il Tresero non c'è un rifugio comodo, bisogna salirlo in giornata, conviene però essere presto al punto di partenza e non volendo uscire di casa alle 3e30 di mattina, dormiremo in macchina nel parcheggio dei Forni. (fortunatamente nella nostra auto c'è abbastanza spazio per stare sdraiati) Giunti a Bormio nel pomeriggio mi ricordo di un itinerario interessante visto su una rivista, lungo una stradetta che parte sopra il paese, la pedemontana della Reit. Tanto per tirare sera ci incamminiamo, appena sopra il paese scatto questa foto di Bormio (1230m) dall'alto.
Il sentiero sale a zig zag nel bosco, per ogni "tornante" c'è un cartellino con il numero, dal 57 a scalare man mano che si prende quota. Al 39 desistiamo e torniamo giù, cominciano ad esserci troppe chiazze di neve per le nostre scarpe da ginnastica e in più stà iniziando a piovigginare.
Ecco in rosso l'itinerario per salire il Tresero con le ciaspole. Devo dire che è abbastanza faticoso, sono solo 15,1 chilometri (A/R), ma con 1480 metri di dislivello, tutti su neve non sempre durissima. Dopo aver passato una ottima notte nell'ampio parcheggio dei Forni, ci incamminiamo alle 6e40, appena riusciamo a capire da che parte vanno le tracce nella neve, alle 11e05 raggiungiamo la cima e alle 14 saremo di nuovo all'auto.
In basso il parcheggio, più basso, nella località Forni (2170m), da li ci incamminiamo verso la piccola diga che regima le acque che arrivano dal ghiacciaio dei Forni. Da Wikipedia: "Il ghiacciaio dei Forni è il più grande ghiacciaio vallivo italiano, cioè un ghiacciaio la cui lingua fluisce nella valle principale. Il ghiacciaio dei Forni è localizzato nel gruppo Ortles-Cevedale in alta Valtellina all'interno del settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio"
Nel primo chilometro e mezzo si salgono solo 150 metri di dislivello
A 2300 metri circa lasciamo la traccia "principale" che si addentra nel ghiacciaio dei Forni, per svoltare a destra, ci infiliamo in un canalone un pochino ripido che sale tra la cima di S.Giacomo e l'Isola Persa. In questo modo si accorcia un pò la strada per il Tresero
In lontananza, sull'altro versante del vallone, si vede il rifugio Branca. Tante piccole formichine lo abbandonano e si dirigono in tutte le direzioni, alcune verso il Palon de la Mare, altre verso il Pasquale, altre ancora verso il Vioz, il San Matteo ecc ecc. Sopra la bella piramide del Cevedale. Noi siamo passati dal Branca un paio di volte, un in pieno inverno e un'altra a metà luglio durante la salita al Palon de la Mare. Per il Cevedale invece cliccate QUI
Nel canale....., ho scoperto che si chiama di San Giacomo
in basso la formichina Ei nel tratto mediano del canale
Prendendo quota (qui circa a 2700 metri) si apre un nuovo mondo
Alle spalle altre cime, in rosso la linea di salita al Palon de la Mare
A circa 3000 metri, dopo 2 ore e 30 e 5 chilometri di cammino, compare il Tresero. Ma non è ancora finita....
che quella è la punta Cadini ....non ci metterei la mano nel fuoco. Invece il bellissimo San Matteo è proprio lui.
per fortuna non c'è aria, ma fa un caldo!!
Noi arriviamo da destra, altri (una minoranza) arrivano da dei traversi che io non farei mai, sotto la cima di San Giacomo
Verso nord
Ci avviciniamo all'ultima rampa, il Tresero è quello in alto a destra
Il traverso finale che porta in cresta
Piccolina in basso Eli, impegnata sul delicato traverso finale.
Chi sale, chi scende. Terminato il traverso c'è questa rampettina ripida che porta in cresta.
In cresta, ora mancano 100 metri alla cima
Ci facciamo fare una foto ricordo, sulla cima del Tresero (3594m). (Cris non è con noi, si è infilata nella foto)
la strana croce di vetta in metallo e pietra
verso sud i pendii che scendono verso il passo del Gavia, proprio in cresta a destra in basso il bivacco Seveso, all'orizzonte (non chiedetemi di indicarle) Presanella e Adamello
Dopo esserci coperti, aver scattato qualche foto e girato un breve VIDEO, ci incamminiamo verso valle.... il nostro maggiore terrore è di cominciare ad affondare nella neve che si smolla sempre più per il caldo, noi non possiamo scendere in fretta come gli scialpinisti! Per il primo tratto di cresta e traverso utiliziamo anche la picca, per sicurezza, poi la mettiamo via e ci leghiamo, con il caldo e con il passo più "pesante" della discesa, le possibilità di finire in qualche buco aumentano!
in basso a destra piccoli sciatori lasciano le loro serpentine sul pendio
qui è passato qualche sciatore...
ore 13e15, nell'ultima parte in basso del canale, tutto sommato ci è andata abbastanza bene.... dai 2700 metri in giù la neve si è smollata parecchio, ma sotto c'è comunque un pò di fondo che ci sostiene bene.
nel fondovalle ci portiamo sulla pista superbattuta che va dai parcheggi al Branca, ma anche qui si cammina nel sorbetto!
Ultima immagine della giornata, tornando verso casa fotografo il Tresero da Santa Caterina.... poco fà eravamo lassù!