Finalmente le tanto attese ferie sono arrivate, si parte per un nuovo cicloviaggetto di due settimane. Quest'anno abbiamo idealmente ripreso e portato a termine quello iniziato l'anno scorso, la traversata delle alpi da Ventimiglia a Trieste, a fare i fini si potrebbe dire che non abbiamo ripreso da dove abbiamo interrotto l'estate scorsa, ma c'è sono un "buco" di uno o due giorni che si potrebbe riparare un un fine settimana.... e poi meno si stà in Svizzera e meglio è, con quel che costa!! Per vedere il viaggio dell'anno scorso cliccate QUI. Nella foto la partenza da casa la mattina del 30 luglio alle 7e45.
Il percorso di quest'anno, 15 giorni di cui uno fermi per brutto tempo. Totale 1070 chilometri e 20100 metri di dislivello positivo, 14 passi scavalcati: Spluga, Albula, Ofenpass, Monte Giovo, Delle Erbe, Gardena, Sella, Pordoi, Falzarego, Tre Croci, Monte Croce Comelico, Sella Nevea, Predil, Vrsic. Le tappe giorno per giorno: 1 Lambrugo - Colico - Campodolcino 110km 2 fermi a Campodolcino 3 Campodolcino - passo Spluga - Bergun/Bravuogn 90,7 km 4 Bergun/Bravuogn - Albulapass - Zernez - Ofenpass - Mustair 87 km 5 Mustair - Malles Venosta - Glorenza - Foresta (Merano) 76,5 km 6 Foresta - Merano - San Leonardo in val Passiria - passo Monte Giovo - Vipiteno 70 km 7 Vipiteno - Bressanone - S.Andrea 44,7 km 8 S.Andrea - passo delle Erbe - S.Martino in Badia - Colfosco 61 km 9 Colfosco - passo Gardena - passo Sella - passo Pordoi - Arabba - passo Falzarego - Cortina 85 km 10 Cortina - passo Tre Croci - Misurina - Dobbiaco - passo Monte Croce Comelico - S.Stefano di Cadore - Campolongo 87 km 11 Campolongo - Sappada - Forni Avoltri - Tolmezzo 61 km 12 Tolmezzo - Chiusaforte - Sella Nevea 51 km 13 Sella Nevea - passo Predil - Tarvisio - laghi Fusine - Kranjska Gora - passo Vrsic - Bovec 97 km 14 Bovec - Caporetto - Tolmin - Selva di Tarnova - Nova Gorica - Ossegliano 93 km 15 Ossegliano - S.Daniele del Carso - Duttogliano - Opicina - Trieste 57 km
Primo giorno, Casa (Lambrugo) - Campodolcino, 110 chilometri, + 1500 metri di dislivello e - 700.
Per chi è della nostra zona il percorso è già chiaro, passando per Erba e Pusiano raggiuingiamo Lecco (nella Foto) e poi su per la strada vecchia verso Colico.
Il primo imprevisto arriva dopo nemmeno 30 chilometri!! Il cambio posteriore non lavora molto bene, poco dopo Mandello del Lario vedo un ciclista e ne approfitto per far dare una registrata. Mentre LA ciclista regola il deragliatore, quest'ultimo le rimane in mano perchè si spezza il supporto che lo collega al telaio. Fortunatamente con una lima e un pò di buona volontà adatta un ricambio universale al mio telaio.... ritorno a casa scampato. Per il resto del viaggio il cambio ha funzionato perfettamente. Nella foto Varenna.
Ex cotonificio Cantoni a Bellano, il paese dove sono ambientati tutti i libri di Andrea Vitali
Dopo Colico attraversiamo il fiume Adda e filiamo dritti verso Chiavenna
Prima pausa pranzo sulle rive del lago di Novate Mezzola
la ciclabile della val Chiavenna ci distoglie un pò dal traffico della SS36. Caldo torrido e clima afoso
A Chiavenna inizia la salita verso Campodolcino, decisamente pesante per il caldo. Intanto si rannuvola
Quando siamo all'inizio di Campodolcino inizia il diluvio universale. Al riparo in un garage aspettimo una quarantina di minuti e quando è quasi buio raggiungiamo il campeggio a nord del paesello, dove piantiamo la tenda.
Il secondo giorno lo passiamo fermi a Campodolcino, un pò piove un pò no, esce anche un pochino di sole, ma di affrontare il passo Spluga dove ci saranno 4 o 5 gradi non ne abbiamo nessuna voglia. Tanto il meteo promette bene per i prossimi giorni.
Terzo giorno, si riparte! Ci sono ancora un pò di nuvole ma si stanno aprendo, Eli non vede l'ora di pedalare.... per scaldarsi, ci saranno 10 gradi!
La traccia del terzo giorno, salita al passo Spluga, discesa fino a Splughen poi piano e discesine fino a Thusis. Poi Tiefencastel , Filisur e su fino a Bergun Bravuogn verso l'Albulapass. 90,7 chilometri, dislivello +2340 e - 2060 metri. I dislivelli sono sempre maggiori del dovuto a causa di qualche tratto sulle ciclabili svizzere, divagano volentieri dal percorso più diretto e piano!!!
Lago e il paesino di Isola.
Passiamo la svolta per Madesimo, se la conosci te ne innamori! .... oppure la eviti.
Salendo verso il passo, sulla sinistra i verdi pascoli sotto il ... passo (scusate la ripetizione) Baldiscio. Cliccate QUI per le foto di quell'escursione.
Alle spalle di Eli la diga del lago di Monte Spluga
Costeggiando il lago, in fondo si vede il paesino di Montespluga. A sinistra la val Loga, di li si sale al bivacco Cecchini e poi al pizzo Ferrè
Il paesino di Montespluga, due file di case a lato della strada, tipo far west. Al bar ci scaldiamo un pò con cappuccio e cornetto
Gli ultimi 240 metri di dislivello verso il passo
Ci siamo, primo passo fatto!! Dal passo Spluga si può salire al pizzo Tambò oppure al Suretta attraverso il Surettajock
E ora ben coperti affrontiamo la discesa verso Splughen in Svizzera. Che freddo!!
Mezzi congelati dopo 9 chilometri di discesa attraversiamo Splughen e procediamo verso Thusis
Il lago con il paesino di Sufers, da qui abbiamo fatto un'escursione con le ciaspole alla Cufercal hutte
dopo il lago la valle si stringe tra Rofla e Andeer
scorcio di Andeer dal bancomat, mentre preleviamo un pò di franchi
Chiesina, forse a Zillis
Dopo Zillis e fino a Thusis la valle si restringe di nuovo fino a diventare un profondo canjon
il fiume passa in una profonda fessura
Qui sotto passa l'antica Via Mala, ora attrezzata per i turisti, una scaletta scende fino alle acque del Reno Posteriore. Cliccate QUI per maggiori info.
ma poi la gola termina e c'è Thusis. La sfioriamo appena perchè svoltiamo verso Tiefencastel.... si ricomincia a salire
il ponte di Solis, sotto le acque dell'Albula
Dopo un tratto obbligatorio lungo la ciclabile che ci ha fatto salire inutilmente per 200 metri, scendiamo a Tiefencastel. Di qui siamo già passati in un altro bel giretto da due giorni, tra i passiJulier e Fluela
In salita verso l'Albulapass
altro bel saltello è?!
Nel centro del bel paesino di Bergun Bravuogn, c'è anche una festicciola.... peccato che abbiamo già preso tutto per la cena.... Un paio di chilometri dopo il centro ci fermiamo nel campeggio, piccolo e spartano ma molto carino e tranquillissimo.
stasera birra Svizzera
Quarto giorno, quando si dice "vado a fare due passi". Da Bergun B. saliamo al passo Albula e poi giù fino a Madulain in Engadina. Verso Zernez in piano e discesa, poi su fino all'Ofenpass, infine discesa che termina al campeggio di Mustair, un paio di chilometri prima di rientrare in Italia. I numeri, 87 chilometri, dislivello + 2010 e - 2140 metri.
In salita verso il passo Albula. La ferrovia retica attraversa la strada con parecchi viadotti molto belli, per superare la pendenza ci sono diverse gallerie elicoidali, non per niente è patrimonio mondiale dell'UNESCO
Attraversiamo Preda, ultimo paesino prima del passo. Qui c'è il gigantesco cantiere per la costruzione del nuovo tunnel ferroviario dell'Albula
Costeggiamo il laghetto di Palpuogna e inizia a piovvigginare, ma dura poco.
Secondo passo, il lunare Albula, molto simile al vicino Fluela. Secondo guaio, sempre a me, probabilmente una bolla di aria nell'impianto del freno a disco posteriore. Con somma gioia scenderò dall'Albula e poi dall'Ofenpass solo con il freno davanti.
lungo il grande piano dell'Albulapass
dagli ultimi tornanti verso La Punt Chamues, Engadina.
Facciamo scorta di acqua fresca, fortunatamente qui non mancano mai le fontane. Direzione Zernez
lungo la ciclabile dell'Inn, non è proprio dritta dritta verso la destinazione.... ma almeno non fa inutili salite. Comunque a Zuoz la abbandoniamo per tornare sulla strada.
Tipica sosta pranzo, panchina e spazio dove stendere la tenda ad asciugare dall'umidità della notte.
A Zernez, dopo aver cercato invano un ciclista per riparare il freno, lasciamo la valle dell'Inn e iniziamo la salita verso l'Ofenpass.
in basso scorre lo Spol
vallata molto selvaggia e profonda, siamo all'interno del Parco Nazionale Svizzero, la strada purtroppo sale parecchio e poi riscende fino a Punt la Drossa, dove c'è il tunnel che collega questa vallata con Livigno in Italia
In salita tra le brulle montagne che fanno da confine con l'alta Valtellina e l'Alto Adige
Terzo passo, Ofenpasso o pass dal Fuorn. Da qui scendiamo nella val Mustair che, dopo Mustair diventa Italiana e si immette nella val Venosta a Malles.
La val Mustair dall'Ofenpass, sullo sfondo le montagne del gruppo Ortles Cevedale viste da nordovest
La discesa questa volta termina nel bellissimo campeggio di Mustair, sullo sfondo i monti tra i passi Umbrail e Stelvio
Quinto giorno tappa senza salite o quasi, scendiamo a Malles e poi lungo la ciclabile dell'Adige percorriamo la val Venosta fino a Foresta, appena sopra Merano, sede dello stabilimento della birra Forst. Chilometri 76,5 e dislivello positivo 450 metri, negativo 1300 metri.
La mattina del quinto giorno facciamo una visitina al monastero da cui prende il nome la valle (Mustair/Monastero in romancio), altro patrimonio mondiale dell'Unesco. Per info cliccate QUI
Un chilometro dopo il monastero di S.Giovanni si entra in Italia, nel paesino di Taufers. Non è che cambi molto a dire la verità.... non è la classica Italia a cui siamo abituati
Nei pressi di Malles Venosta, dove finalmente mi ripareranno il freno posteriore. Sullo sfondo la vallata da cui siamo scesi.
Oggi mercato a Malles
Sistemato il freno ci infiliamo nella ciclabile dell'Adige e puntiamo a est, direzione Merano
Facciamo un giretto a Glorenza, famosa cittadina murata
la piazza principale del piccolo centro
Lassù probabilmente l'Ortles (3905m), visto attraverso la valle di Trafoi
Lasa
Castelbello
Migliaia di cassoni pronti per essere riempiti di mele della val Venosta
Ci siamo, in basso Merano, a destra Foresta con la sede principale della Forst. Per raggiungere il braugarten della Forst dal campeggio bastano 5 minuti a piedi.
L'Adige dal ponte che collega Lagundo a Forst
Giorno 6, non tantissimi chilometri, ma una salita bella lunga, quella al passo di Monte Giovo. Totale 70 chilometri, dislivello + 1990 e - 1420 metri.
La mattina del sesto giorno scendiamo da Lagundo nel centro di Merano, gironzoliamo un pò per le vie del centro ancora quasi deserte
Una volta tanto sono contento che ci sia la ciclabile, mentre la strada va un pò su e giù, la cilcabile corre proprio di fianco al fiume Passirio, in leggerissima e costante salita, purtroppo è sterrata .... ma ben battuta.
Da una parte le mele, dall'altra il bel Passirio spumeggiante
Alle 10 terminiamo la ciclabile a San Leonardo in Passiria (690m), circa 350 metri di dislivello in 25 chilometri. Ora ne restano altri 1400 da salire in 20 chilometri.
Uno scorcio di San Leonardo.
Iniziamo a salire con ampi tornanti sopra il paese, all'inizio c'è il bivio passo di Monte Giovo o passo di Rombo.
Quando uscimo dal bosco si vedono i lunghissimi tornanti che salgono verso il passo, peccato.... la giornata non è molto bella e la visibilità scarsa.
la strada alle nostre spalle
e quella che ci resta, ormai poca!
Sul passo di Monte Giovo, quarto passo di questo viaggetto. Fa decisamente freddo, ci cambiamo, ci copriamo e scendiamo verso Vipiteno.
panorama un pò nuvoloso verso la valle di Racines
Prima di andare a visitare il centro di Vipiteno.... ci facciamo un paio di yogurt!
Nel centro storico di Vipiteno
Settimo giorno. Come previsto il tempo fa schifo, pioggia tutta la notte e poi anche al mattino, un pò meno nel pomeriggio. Partiamo dal campeggio nei pressi di Vipiteno coperti per la pioggia, fortunatamente non dobbiamo salire. Tappa breve, scendiamo lungo la valle dell'Isarco paralleli all'autostrada del Brennero, 44,7 chilometri per raggiungere Bressanone e salire (fortunatamente senza più pioggia) i 400 metri che ci separano dal paesino di Sant'Andrea, dove abbiamo prenotato un camera in un'alberghetto. Dislivello: + 780 e - 750 metri. Il dislivello positivo è dato dal tratto Bressanone / S.Andrea + i vari sali scendi della ciclabile.
Triste parternza alle 10e30, sotto la pioggia battente... fradici e infreddoliti
Verso le 12e30 siamo a Bressanone, ha smesso di piovere. Mangiamo un panino in un bar e poi gironzoliamo un pò per la cittadina, piena di turisti che non hanno potuto andare a camminare in montagna per via del brutto tempo.
Il duomo di Bressanone, a causa di una manifestazione la piazza è diventata una pista per go kart
L'Isarco nel centro di Bressanone, ingrossato dalle forti piogge
Dalla salita verso S.Andrea.
Ottavo giorno, si entra per davvero nelle Dolomiti. Per prima cosa saliamo un migliaio di metri fino al passo delle Erbe, poi scendiamo in val Badia e la risaliamo fino a Colfosco, appena dopo Corvara, ai piedi del Sella. "Solo" 61 chilometri, ma 1960 metri di dislivello positivo e altri 1430 di discesa.
Il sole è tornato, nella foto la chiesa di S. Andrea
Il passo delle Erbe non è di gran comunicazione, il traffico è poco. Pedaliamo tra i masi con sullo sfondo le frastagliate Odle. La prima volta sotto le Odle siamo stati con le ciaspole, cliccate QUI
Ormai al passo, le Odle non si vedono più ma in compenso siamo ai piedi del famoso Sasso de Pùtia
Al passo delle Erbe, e 5. Non siamo proprio soli soletti... macchine ovunque e centinaia di turisti starnazzanti, il lato negativo delle Dolomiti ad agosto
giù verso la val Badia
Dopo circa una dozzina di chilometri in discesa raggiungiamo il fondo della val Badia, percorso dal torrente Gàdera. Iniamo la salita verso Pedraces, La Villa e Corvara
La lunga Croda di Santa Croce con la cima Dieci (3026m) e La Varella (3055m), oltre c'è la conca di Fànes da noi percorsa a piedi lungo l'Alta Via N.1 delle Dolomiti
E qui in val Badia incontriamo Renzo con sua moglie, anche lui in vacanza da queste parti, uno dei maggiori fans di Aereisentieri !! (uno dei tre o quattro in realtà)
Dopo aver fatto la spesa, alle 17 entriamo a Corvara e poco dopo siamo a Colfosco, sede del campeggio omonimo, sullo sfondo le pareti nord del Sella
Il Sassongher (2665m), sopra Corvara
La nona è una giornatina impegnativa, ben 4 passi! I primi tre fanno parte del "giro del Sella", l'ultimo collega il Livinallongo con la conca di Cortina, passando sotto alle bellissime Tofane. In tutto 85 chilometri con 2220 metri di dislivello positivo e ben 2660 di negativo.
Lasciamo il campeggio e siamo subito in salita verso il primo dei 4 passi odierni
i tornanti che scendono verso Colfosco
Ultimi metri, che spettacolo
e sei!!
Discesa verso la val Gardena, sullo sfondo la possente mole del Sasso Lungo (3179m). Molto diverso questo versante rispetto a quello rivolto verso l'alpe Di Siusi
Dal passo scendiamo 3 o 400 metri di dislivello fino al bivio per il passo Sella. Nella foto sempre il Sasso Lungo
Quasi al passo Sella, ora il Sasso Lungo (a destra) ha cambiato forma, a sinistra il Sasso Piatto. In basso, lungo la strada c'è un mega ingorgo di gente che cerca parcheggio, la strada tutta invasa da macchine ferme in colonna
Sette!!
nuova discesa, costeggiando il versante sud/ovest del Sella
i tornanti prima del passo Pordoi, sullo sfondo la val di Fassa con sopra il gruppo del Catinaccio
una zummata sulla Marmolada
Passo Pordoi, ottavo del viaggio e terzo giornaliero
Il passo Pordoi, pieno di macchine della gente salita al piz Boè ....in funivia
una barretta energetica e ripartiamo....
Da qui lasciamo il Trentino Alto Adige ed entriamo in Veneto, subito 10 chilometri di discesa fino ad Arabba. In giallo ho segnato la direzione indicativa verso il passo Falzarego, oltre è tutta discesa fino a Cortina, sedici chilometri
Laggiù è spuntato il monte Pelmo
Mentre pedaliamo in piano verso Pieve di Livinallongo ammiriamo la parete nord/ovest del Civetta, la "parete delle pareti", 1000 metri di altezza a 4000 di larghezza
A Cernadoi svoltiamo verso il Falzarego mentre ci gira sopra la testa l'elisoccorso in procinto di atterrare nel prato. Scopriremo poi che a un chilometro da qui c'è stato un frontale tra due moto, entrambi morti i conducenti.
Il passo Falzarego, sulla sinistra Averau e Nuvolau, dietro c'è il passo Giau
E nove!
Alla nostra sinistra sfilano le Tofane, quasi in centro quella di Rozes, la più imponente
Queste non so cosa siano...
Ormai sopra Cortina, in basso si vede anche il campeggio. A destra il Re delle Dolomiti, il monte Antelao (la Marmolada è la regina), ben visibile dal piccolo dirimpettaio monte Rite
Ed ecco Cortina d'Ampezzo (1200m), sopra il bel monte Cristallo e a destra il passo Tre Croci che domani ci condurrà al lago di Misurina
Decimo giorno. 87 chilometri, dislivello + 1550 e - 1720 metri. Da Cortina saliamo al passo Tre Croci e scendiamo al lago di Misurina e poi a Dobbiaco. In piano fino a San Candido e poi ricominciamo a salire verso il passo di Monte Croce Comelico da cui poi perderemo quota fino al campeggio di Campolongo
Alle 9 in punto siamo nel centro di Cortina per fare un pò di shopping nei negozi delle grandi firme, purtroppo è ancora tutto chiuso, non ci resta che prenderci un paio di brioches e iniziare la bella salita verso il passo Tre Croci
Sotto il Cristallo
Decimo passo scavalcato lungo la nostra strada
Il rettilineo che conduce al lago di Misurina è completamente bloccato, macchine tutte ferme. Noi ce ne sbattiamo allegramente e proseguiamo zigzagando tra le auto spente. In alto le Tre Cime
Facciamo la spesa al Despar di Misurina e poi pranziamo su di una panchina in riva al lago. Intanto il traffico è sempre bloccato, sentiamo dire che la strada per salire al rifugio Auronzo è già chiusa al traffico da un pò, non c'è più posto lassù nonostante gli enormi parcheggi che ci hanno costruito sfregiando la montagna. Questo posto ormai lo conosciamo piuttosto bene per averci fatto diverse escursioni, ma sempre invernali. Cliccate QUI
Sullo sfondo il Sorapis, versante nord
Dopo aver mangiato puntiamo verso Dobbiaco, prima parte di discesa fino al lago di Landro, poi praticamente piano da pedalare controvento. In alto la Croda Rossa, 3146 metri.
Rientriamo in Alto Adige, ne usciremo definitivamente al passo di Monte Croce Comelico.
A sinistra il versante nord del monte Cristallo visto dal lago di Landro
E queste sono le inconfondibili Tre Cime viste da una prospettiva meno nota, attraverso la val di Landro. Se volete fare il giro delle Tre Cime cliccate QUI
Poco prima di giungere a Dobbianco, costeggiamo l'omonimo lago. In paese non ci passiamo nemmeno, prendiamo subito una ciclabile che tra i prati punta verso San Candido e l'Austria
In Pusteria, tra Dobbiaco e San Candido.
Delle dune di sabbia in Pusteria?? No è cippato di legno, un monte alto una ventina di metri. La ciclabile passa di fianco ad una centrale a biomassa, qui non si spreca niente
Le dolomiti di Sesto, che dire..... A San Candido svoltiamo verso Sesto in Pusteria e, poco prima, si intravede il solco della val Fiscalina. Ci siamo entrati una volta nell'inverno del 2011 per salire al Sasso di Sesto e al rifugio Locatelli, davanti al versante nord delle Tre Cime di Lavaredo, cliccate QUI per vedere quell'uscita.
La salita verso il passo di monte Croce Comelico non è ne lunghissima ne particolarmente ripida, a parte un paio di tratti davvero pesanti uno prima di Sesto e uno appena dopo Moso.
Passo di Monte Croce Comelico, undicesimo del viaggio. Qui lasciamo definitivamente l'alto Adige Sudtirol e rientriamo in Veneto, dove però staremo meno di 24 ore. A questo passo siamo già stati nel gennaio di questo anno, cliccate QUI
Pàdola (1215m)
Scendendo verso Santo Stefano di Cadore, in basso il paesino di Campitello son sullo sfondo i Brentoni, il Popera di Valgrande, il Terza Grande, montagne poco turistiche e appartate, molto probabilmente non troppo semplici da salire, con altezze attorno ai 2600 metri. Non eravamo mai stati in Comelico, questo cuneo di Veneto che si infila tra l'austriaca valle del Gail e la Carnia friulana. Davvero bei posti.
A Santo Stefano di Cadore facciamo la spesa e poi proseguiamo qualche chilometro fino al campeggio di Campolongo.
Campolongo e il fiume Piave che nasce a poco più di 20 chilometri da qui.
Undicesimo giorno, tappa tranquilla e con poca salita. Nel pommeriggio davano temporali e così ci siamo fermati a Tolmezzo, anche se poi fino a sera non è caduta una goccia. Chilometri 61, dislivello positivo 590 metri, negativo1230 metri. Dopo la frazione Cima Sappada siamo entrati in Friuli, per la prima volta.
Da Campolongo proseguiamo la risalita del fiume Piave verso Sappada, nota località turistica del Comelico
Sappada, non brutta, ma nemmeno particolare.... un pò come tutte le altre località sciistiche in estate
Cima Sappada, ora si scende in Friuli. Le montagne qui intorno sono davvero belle, nella foto dovrebbe essere il monte Creta Forata, 2462 metri.
Primo comune Friulano, Forni Avoltri.
Percorrendo la vallata verso Tolmezzo, a Ovaro vediamo l'indicazione per la salita allo Zoncolan, allora decidiamo di salirlo.... scherzavo.
Da un ponte sul fiume Tagliamento, appena prima di entrare in Tolmezzo. Da queste parti i greti dei fiumi sono tutti così, larghissimi .
A Tolmezzo mi sono reso conto di non avere fatto nemmeno una foto, solo questa all'arcigno monte spaccato che la sovrasta, la cima Amariana (1906m). Notte in b&b, domani danno pioggia a catinelle....
E la pioggia prevista è arrivata, proprio a catinelle. Alle 9e30 lasciamo controvoglia il b&b di Tolmezzo, iniziamo a pedalare sotto la pioggia battente lungo la statale per Tarvisio. In tutto il Friuli, tolta la costa adriatica ci saranno 4 campeggi, tra l'altro buona parte concentrati dalle parti di Gemona. Visto il tempaccio puntiamo ad un posto chiuso e prenotiamo 2 letti al rifugio Julia del Cai, posto alla Sella Nevea. Chilometri del giorno 51, pochi ma sofferti, dislivelli: +1070 e - 250 metri.
Lungo la statale che costeggia il fiume Fella verso Tarvisio, nella foto dalle parti di Moggio Udinese.
Il paesino di Resiutta attraversato dal torrente Resia che scende dalle valle Resia. A Resiutta ci infiliamo nella ciclovia Alpe Adria, da qui pronta, nel tratto verso Tolmezzo ancora no. Questa ciclovia collega Salisburgo in Austria con Grado sulla costa friulana. Per info cliccate QUI
La ciclovia corre sul tracciato di una ferrovia dismessa, ci sono anche parecchie gallerie.
Verso mezzogiorno la pioggia diminuisce. Non ci fermiamo nemmeno a mangiare, giusto una cioccolata calda (per scaldare un pò le membra umide e infreddolite) in un bar di Chiusaforte, poi ripartiamo infilandoci nella val Raccolana, dove inizia la salita verso la Sella Nevea.
all'imbocco della val Raccolana
Qui se non ricordo male siamo nel "paesino" di Tamaroz, mi sa tanto che è passato il giro d'Italia per la Sella Nevea.
Ricomincia a piovere, ancora più che alla mattina.
Gli ultimi 8 chilometri in salita sotto la pioggia battente sono stati pesanti, che gioia trovare una galleria ogni tanto!
Alle 16, mezzi gelati nonostante fossimo in salita, raggiungiamo la Sella Nevea e il rifugio Julia. Che goduria una bella doccia bollente dopo un pò di ore sotto la pioggia!!!!
Ironia della sorte, venti minuti dopo il nostro arrivo al rifugio smette di piovere. In serata il cielo si apre sempre più e arriva persino il sole a illuminare le creste del monte Canin che ci separano dalla Slovenia.
Tredicesimo giorno di viaggio, piuttosto pesante, 97 chilometri con 1800 metri di dislivello positivo e ben 2520 di negativo. Due passi lungo il percorso, anzi tre se si considera quello da cui siamo partiti, la Sella Nevea. Il passo Predil a dire la verità c'è lo siamo andati a cercare, non è lungo il percorso, ma una deviazione, come anche la salita ai laghi di Fusine. Tappa per metà in Italia e per metà in Slovenia.
Ieri pioveva troppo per perdere tempo a fare foto sotto il cartello, comunque.... dodicesimo passo. Il sole uscito la sera è stato uno scherzo, nella notte ha piovuto ancora e il sole previsto tarda ad arrivare. Ci sono 10 gradi a dir tanto e i 9 chilometri di discesa fino al lago di Predil sono proprio piacevoli per le mie gambette nude!!
Ci credo che fa freddo, nella notte ha anche nevicato fino a meno di 2000 metri!! Sullo sfondo il Màngart, una delle montagne simbolo di queste zone, al confine tra Italia e Slovenia.
Diamo un'occhiata al lago del Predil e poi ci spariamo i 200 metri di dislivello per arrivare al passo Predil (1156m), sul confine, per poi tornare indietro al lago.
Ecco la dogana dismessa e non presidiata del passo Predil, tredicesimo.
Dal passo si gode una buona visuale su Màngart e Triglav. Da qui in meno di 20 chilometri in discesa potremmo essere al campeggio di Bovec.... invece noi che siamo un pò masochisti faremo un'altra strada, altri 85 chilometri.... con il mezzo il tremendo passo Vrsic. (che rimane proprio tra Màngart e Triglav)
resti di fortificazioni nei pressi del passo Predil
Di nuovo al lago Predil, ora con un pò di sole.
Il paesino di Cave di Predil, prende il nome dalle miniere di piombo e zinco in attività fino al 1991. Questo posto sperduto ha una storia molto interessante , vi consiglio di leggerla cliccando QUI
Scendiamo fino a Tarvisio (che sfioriamo appena) e poi a Fusine svoltiamo per i famosi laghetti. Belli, ma pieni di gente, soprattutto peccato che il cielo si sia coperto di nuvole! Oltre il lago la parete nord del Màngart. Nella foto il lago inferiore.
Il lago superiore.
Ribecchiamo la ciclovia Alpe Adria che ci conduce tranquillamente attraverso il confine e poi a Kranjska Gora, nota località sciistica e turistica slovena.
nel centro di Kranjska Gora
Lo stambecco Zlatorog, bianco e con le cordo d'oro, è il protagonista di una leggenda molto radicata in queste zone intorno al Triglav, montagna sacra per gli sloveni. Leggete la storia QUI oppure QUI
Ora il gioco si fa duro. Questa strada l'abbiamo già fatta in senso opposto, quando nel 2011 facemmo un cicloviaggio tra Slovenia, Ungheria e Slovacchia, percorremmo tutta la salita da sud al passo Vrsic tra le nubi basse e sotto un'acquazzone continuo fino in cima. Era perciò nostra intenzione ripassarci in una giornata un pochino migliore, per vedere qualche cosa. Ma la salita da nord è ancora più tosta, in parte su porfido e con pendenze sostenute, 9,25 chilometri e 800 metri di dislivello, pendenza media 8,2% ma diversi tratti al 15!
Ci fermiamo 10 minuti ad ammirare la Ruska Kapelika, interessante la storia, cliccate QUI
sempre più in alto....
Alle 16e40, abbastanza esausti, siamo in cima al Vrsic (o passo di Moistrocca). Quattordicesimo e ultimo del viaggio.
Nella foto il paesino di Trenta, dopo una decina di chilometri di discesa tecnica, altri 22 chilometri e siamo in campeggio a Bovec
Quattordicesimo giorno, ci spostiamo verso Trieste, ormai ci siamo. Tappa completamente slovena, prima lungo la Soca (Isonzo), poi a Tolmin la abbandoniamo a saliamo attraverso la Selva di Tarnova per poi scendere a Nova Gorica, qualche altro chilometro per raggiungere un campeggio. Lunghezza percorso 93 chilometri con 1200 metri di dislivello positivo e 1630 di negativo
Primi 35 chilometri lungo la Soca, questa vallata ha sviluppato davvero tanto il turismo grazie alle sue belle montagne e al suo spettacolare fiume. Nonostante questo i paesini sono semplici e tranquilli, non hanno costruito palazzoni, grossi hotel o altre schifezze del genere, non ci sono quasi piste da sci e c'è un solo impianto di risalita a Bovec. Ci sono un mucchio di persone in giro con mountaibike e migliaia di kayak e gommoni. Tra l'altro la vallata da Trenta a Tolmin è piena di campeggi lungo il fiume.
Sempre la Soca, mi ricorda molto la Maggia o la Verzasca in Svizzera
Tra Kobarid (Caporetto) e Tolmin lasciamo la strada principale e ne percorriamo una secondaria, dalla parte opposta del fiume, scelta azzeccatissima. Attraversiamo 5 o 6 piccoli paesini rurali incontrando una 20 di macchine in 20 chilometri.
La Soca tra Tolmin e Modrej, si allarga e diventa molto lenta, ma il colore dell'acqua è sempre quello
Lasciamo il corso del fiume Soca e iniziamo a risalire un suo affluente, la Idrijca. Per poco, prendiamo presto la svolta per salire a Cepovan, tra l'altopiano di Baisnizza e la Selva di Tarnova, quasi 500 metri di dislivello positivo, ma lungo una strada dimenticata dall'uomo.
Dopo 15 chilometri di strada con una pendenza dolce e perfettamente costante, sbuchiamo in una valletta piana e rettilinea. Piccole fattorie sparse, mucche qua e là sui verdi pascoli, boschi scuri a sinistra e destra, credo che 100 anni fa questo posto fosse identico.
Dopo le 10 casette di Cepovan volevamo quasi salire ulteriormente verso Lokve per poi scendere a Predmeja e Ajdovscina, ma scopriamo che la strada è addirittura sterrata, sarebbero stati altri 16 chilometri e 600 metri di dislivello decisamente pesanti. Decidiamo così di scendere lungo la Cepovanski Dolina (vallone di Chiapovano) fino a Nova Gorica. Venti chilometri di dolce discesa nel nulla.
Prima del discesone che ci riporta lungo il corso della Soca, il paesone è Nova Gorica, confinante con l'italiana Gorizia. All'orizzonte a destra si intuisce il mare dalle parti di Monfalcone e Duino. Noi non entriamo ancora in Italia, restiamo in Slovenia e puntiamo praticamente in linea retta verso Trieste attraversando il Carso.
La sera in campeggio non può mancare la più famosa birra Slovena, quella di Zlatorog.
Quindicesimo e ultimo giorno, 57 chilometri con 690 metri di dislivello positivo e 760 di negativo. Tappa con parecchi su e giù, la zona è collinare tipo monferrato, altra similitudine sono i vigneti.
Giornata calda, forse è anche il fatto che non siamo più abituati a queste basse quote. Pedaliamo tendenzialmente in leggera salita tra collinette tappezzate di vigneti, direzione San Daniele del Carso
Ci siamo!!
Lasciamo la Slovenia poco prima di mezzogiorno attraverso la dogana di Zolla, poco sopra Villa Opicina.
Dopo la pausa pranzo andiamo a vedere una delle varie foibe presenti in questa zona
Villa Opicina, Opicina con il suo storico tram e.... eccola, sotto di noi Trieste, dopo 1065 chilometri si salite e discese, altri 5 e siamo in centro
Per prima cosa andiamo al b&b dove passeremo la notte in centro a Trieste, doccia, poi visita fino a sera della città. Ma prima una rinfrescante birra per festeggiare il viaggio andato bene!! Ma sta bevendo la mia!!!!
e ora qualche scatto preso qua e là nel centro storico, il borgo Teresiano. In questa foto il Canal Grande con sullo sfondo la chiesa di Sant'Antonio
Una delle piazze più belle d'Italia, piazza Unità d'Italia, il palazzo del comune sul fondo